PENNE. E’ rimasto fuori dal tribunale di Penne per oltre quaranta minuti, in attesa che fossero montati i cinque montascale necessari per far salire le persone diversamente abili nelle aule per le udienze. E’ accaduto ieri mattina ad Antonio Di Silvestro di Spoltore. L’uomo, accompagnato dal suo avvocato e dalla moglie, Antonina Randisi, ha dovuto aspettare oltre quaranta minuti fuori del palazzo di giustizia.
«Fortunatamente non pioveva», racconta la moglie, «e ci siamo riparati un po’ dal freddo sotto i portici Salconio. Appena arrivati abbiamo anche suonato al citofono del tribunale, per chiedere se ci fosse del personale per aiutare mio marito a salire all’interno, ma nessuno ci ha risposto. Per sistemare il montascale hanno impiegato la bellezza di tre quarti d’ora. Non è vero che la legge è uguale per tutti come c’è scritto nelle aule del tribunale». Solo dopo aver avvisato della spiacevole situazione i carabinieri e i vigili urbani sono arrivati degli operai del Comune per sistemare i montascale. «Nessun dipendente del tribunale era in grado di montare il montascale», continua la donna, «una vera e propria vergogna. Quando siamo saliti al piano superiore mio marito è anche caduto, per via di ben cinque centimetri che separano il montascale dal pavimento, rischiando di sbattere la testa contro un armadietto. Solo grazie all’aiuto di un operaio del Comune e del nostro avvocato sono riuscita ad aiutare mio marito a rialzarsi e a rimettersi sulla carrozzina». «E’ stato davvero umiliante veder passare tutte quelle persone e sentirsi gli occhi addosso», dice ancora la signora Randisi. «Non ho vergogna della condizione di mio marito, ma non pretendo compassione per delle mancanze e delle negligenze burocratiche e amministrative. Quello che è accaduto a mio marito poteva succedere ad altre persone nella sua stessa condizione e questo è assolutamente inaccettabile soprattutto perché accaduto in un ufficio pubblico».
di Francesco Bellante
Fonte: Il Centro
13/01/2012