Scritto da Roberto Gramiccia, in collaborazione con Vittorio Bonanni (Fondazione Lelio Basso), il libro della Ediesse denuncia la contraddizione tra le battaglie in difesa della vita e l’abbandono in cui vengono lasciate le persone anziane, malate o pover
ROMA – " Quello che questo libro denuncia è la violenza con cui sono intraprese, dai cosiddetti difensori della vita, battaglie di stampo clericale su argomenti di alta civiltà, come il testamento biologico, la fecondazione assistita, l’aborto, l’eutanasia; come si neghino diritti alle coppie di fatto, sia etero che omosessuali. E poi non ci si preoccupi affatto dello stato di abbandono in cui vengono lasciate persone anziane, malate, senza o con scarsi mezzi economici". Nella prefazione dell’astrofisica Margherita Hack, classe 1922, c’è tutto il senso del libro inchiesta "La strage degli innocenti", scritto da Roberto Gramiccia, geriatra, in collaborazione con Vittorio Bonanni, ricercatore per la Fondazione Lelio Basso. Il libro, edito da Ediesse, denuncia la situazione sociale di milioni di persone nel paese, anziane e meno anziane, ma tutte socialmente fragili. Senza scadere in "uno sguardo pietoso e compassionevole al mondo dei vecchi" gli autori cercano di indagare lo stato di abbandono in cui molti si trovano a vivere, e le responsabilità soprattutto politiche di quella che non stentano a definire un vero e proprio "omicidio sociale".
Si parte innanzitutto dai numeri, a cominciare dall’ultimo rapporto dell’Auser pubblicato nel febbraio scorso che racconta come l’Italia sia il paese dove gli anziani vivono più a lungo ma in condizioni peggiori. Questo a causa della disgregazione dei nuclei familiari e dei continui tagli allo stato sociale. Si fa riferimento, ad esempio, ai "tagli draconiani" sulla sanità previsti da Tremonti e confermati dal governo Monti. "I 113 miliardi che spendiamo per la sanità rappresentano il 7,1 del Pil – scrivono gli autori – mentre questa percentuale è pari al 9,2 per cento nel resto d’Europa e la media Ocse è dell’8,9". Non solo, si sottolinea anche che negli ultimi dieci anni si è assistito al taglio di oltre 45mila posti letto (20mila dal 2009 ad oggi) che ha determinato una diminuzione del numero per ogni mille abitanti: da 5,1 di 12 anni fa ai 4,2 di oggi, ben al di sotto della media europea che si attesta sui 5,5 per mille abitanti. Anche i servizi comunali , sempre secondo l’ultimo rapporto Auser, sono stati ridotti del 28% con un conseguente aumento delle liste d’attesa. Ma in un periodo di crisi gli anziani sono anche una risorsa: per far fronte al disagio sempre più forte e aiutare figli e nipoti, molti di loro si vedono costretti a vendere casa. Nel 2011, secondo le rilevazioni delle statistiche immobiliari c’è stato un vero boom di nude proprietà.Secondo gli autori la disattenzione riservata alle fasce più anziane della popolazione, quindi, è una vera e propria "ingiustizia di classe".
Il libro è arricchito da interviste con alcuni esperti del settore. Carla Cantone, segretaria dello Spi Cgil, sottolinea che "negli ultimi anni la condizione degli anziani è drammaticamente peggiorata". E le ragioni risiedono nelle scelte politiche adottate: dalla riduzione della spesa sociale , all’introduzione del ticket per la sanità fino all’impoverimento dei redditi da pensione "riducendoli quasi alla miseria". Secondo Umberto Galimberti, filosofo, psicologo e docente universitario, rispetto agli anni ’70 e ’80, la nostra società non si prende più cura delle persone deboli, includendo in questa categoria non solo gli over 60 ma anche le persone con problemi psichici. "Una società che non si fa carico dei più deboli – afferma Galimberti – è una società che con il tempo non può più chiamarsi società, societas, ma è semplicemente una corsa, un "si salvi chi può" e chi ha il denaro lo utilizza per salvarsi e chi non ce l’ha si arrangia". Tra gli altri interventi presenti nel testo quelli di Ignazio Marino, Massimo Palleschi, Francesca Moccia e Teresa Ierardi.
Fonte: Superabile.it
09/04/2013