La disabile rifiutata dagli atenei. “Fatemi studiare”

La disabile rifiutata dagli atenei. “Fatemi studiare”

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Il “Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle persone con disabilità” promuove la filosofia della Vita Indipendente, ovvero: la persona disabile in grado di autodeterminarsi deve poter prendere autonomamente decisioni riguardanti la propria vita e svolgere attività di propria scelta. Questo principio si può concretizzare tramite l’Assistenza Personale Autogestita, cioè il disabile assume direttamente uno o più assistenti per essere aiutato a svolgere gli atti quotidiani della vita.

Di recente la Regione Marche ha consolidato l’intervento avviato in maniera sperimentale nel 2008: è stato infatti raddoppiato il fondo disponibile, consentendo di dare continuità ai 40 progetti esistenti e di attivarne di nuovi per il triennio 2012/2015.
Tuttavia la Regione Marche ha modificato, rispetto alla sperimentazione, alcuni criteri che hanno portato, a nostro avviso, a dei peggioramenti. Infatti ha stabilito che, oltre alla quota finanziata direttamente dalla Regione, deve esserci una compartecipazione dell’utente, in base al proprio reddito ISEE. Ancor più grave è il fatto che la compartecipazione del comune di residenza, prevista per il 25% della spesa del progetto, ora è facoltativa.
Diversi Comuni hanno scelto di non compartecipare o di cofinanziare solo parzialmente i progetti di Vita Indipendente: questa decisione mette in seria difficoltà le persone disabili, in particolare quelle che hanno già i progetti avviati e i loro assistenti (è il disabile che deve accollarsi buona parte del costo? Se non ha i soldi deve penalizzare la propria qualità di vita e quella del proprio assistente che, lavorando meno, guadagna meno?)
I comuni che non compartecipano sono: Gabicce Mare, Sant’Angelo in Lizzola, Mercatino Conca, San Giorgio di Pesaro, Pergola, Fabriano, Ancona, Chiaravalle, Civitanova Marche, Monte San Giusto, Treia, Camerino, Falerone, Roccafluvione, Castorano, Offida. I comuni che compartecipano con una percentuale inferiore al 25% sono: Pesaro (7%), San Paolo di Jesi (7,69%), Ascoli Piceno (15%), Piandimeleto e Tolentino (20%).
16 Comuni invece compartecipano completamente col 25%.
Vogliamo evidenziare che per i Comuni sostenere la Vita Indipendente è un investimento e un risparmio rispetto a altri tipi di assistenza molto più costosi, come ad esempio il ricovero in struttura. Siamo consapevoli che ci troviamo in una fase economicamente difficile per tutti, Comuni compresi, ma ribadiamo con forza che dietro a ciascun progetto di Vita Indipendente ci sono persone che migliorano enormemente la propria vita, che danno sollievo alla famiglia, che possono essere una risorsa per la collettività andando a lavoro.
Auspichiamo che i Comuni cambino radicalmente impostazione e comprendano che non si tratta di fare assistenzialismo, ma di assicurare i diritti fondamentali alle persone.
Chiediamo che la Regione prenda con sollecitudine gli opportuni provvedimenti per porre in essere un intervento che non penalizzi e discrimini i disabili nella nostra Regione.

Fonte: Disablog.it

02/08/2012