E’ conosciuta come la "Firenze del sud", patria del barocco e madre della cartapesta: nella città pugliese passi avanti relativamente recenti per l’accessibilità della maggioranza dei monumenti. Ma le infrastrutture sono il vero punto debole
LECCE – Città d’arte, è riconosciuta come una vera e propria gemma culturale del sud Italia, non a caso definita la "Firenze del sud" e "Atene delle Puglie". Patria del barocco e madre della cartapesta e della tipica pietra locale, la cosiddetta pietra leccese, è ricchissima di cattedrali, chiese, inaspettati scorci densi di storia. Il suo splendore monumentale e architettonico lo si deve soprattutto al periodo a cavallo tra il Cinquecento e il Settecento quando la pietra leccese tipicizza, con il suo colore e il suo stile, il barocco del capoluogo. Ma le bellezze di questa città sono alla portata di tutti? La maggioranza dei monumenti e delle chiese leccesi ha ingressi secondari resi accessibili in tempi relativamente recenti, grazie a interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per esempio, piazza Duomo – vera e propria gemma artistica del Salento, dove hanno sede il palazzo del vescovo e il palazzo del Seminario, testimonianza di un’architettura d’alto pregio – è raggiungibile e accessibile solo dal retro, così come molti altri monumenti storici della città (il Chiostro dei Teatini, la cattedrale di Santa Croce, il Castello Carlo V, solo per citarne alcuni).
Molte restano però le bellezze visibili solo dall’esterno perché ancora bloccate da barriere architettoniche, come le chiese di Sant’Irene e di Santa Chiara. Tuttavia, non si può pensare all’accessibilità solo dal punto di vista dell’ingresso ai monumenti: un vero e proprio handicap del capoluogo salentino è rappresentato dalla rete infrastrutturale, dai servizi di collegamento e dalla percorribilità delle strade per avere accesso alle bellezze monumentali e architettoniche della città. Eppure, negli ultimi anni, molto è stato fatto per ridurre le barriere. Per esempio, grazie alla collaborazione dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti della provincia di Lecce, è possibile visitare il capoluogo salentino a occhi chiusi e senza correre pericoli. Si tratta di un itinerario tattile formato da una serie di pannelli che descrivono le forme e le linee delle principali attrattive cittadine e la loro storia, per permettere anche a chi non vede di conoscere e apprezzare tutto quello che la città è in grado di offrire. Il tour tattile si avvale di un servizio guida specializzato che prevede il coinvolgimento del visitatore ipovedente o non vedente in momenti di esplorazione su mappe e disegni tattili.
Quella intrapresa dalla delegazione locale dell’Unione italiana ciechi non è l’unica iniziativa per consentire alle persone disabili di apprezzare le bellezze della città. Lo scorso anno, grazie a un finanziamento regionale, l’associazione Anyway Accessalento, in collaborazione con l’Agenzia per la promozione turistica cittadina e il Centro servizi volontariato Salento, ha studiato una serie di percorsi mirati per le persone con difficoltà motorie. Tra gli itinerari proposti, le passeggiate accessibili dodici mesi su dodici a Lecce, le immersioni subacquee e tante altre informazioni sui luoghi e i servizi per tutti, riportate in un’utile guida al servizio dei cittadini e dei visitatori.
Fonte: Superabile.it
07/08/2012