La madre che scrive ai sindaci: aiutate i disabili, non solo i gay

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Secondo una ricerca della York University un semplice test che unisce pensiero e movimento può aiutare a rilevare il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, prima ancora che ci siano i segni.

I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di completare quattro compiti visuo-spaziali e cognitivo-motori di difficoltà crescente. I test erano volti a rilevare il rischio di Alzheimer in coloro che stavano avendo difficoltà cognitive, anche se non mostravano segni esteriori della malattia.

I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: soggetti con diagnosi di MCI (compromissione cognitiva lieve) o con una storia familiare di Alzheimer, e due gruppi di controllo, giovani adulti e soggetti anziani, senza una familiarità con la malattia.

I risultati indicano che l’81,8 % dei partecipanti che avevano una storia familiare di Alzheimer o una MCI avevano difficoltà nei compiti visuo-motori più esigenti.

“La capacità del cervello di prendere in informazioni visive e sensoriali e trasformarle in movimenti fisici richiede la comunicazione tra la zona parietale nella parte posteriore del cervello e le regioni frontali”, spiega il ricercatore a capo dello studio Lauren Sergio. “Le difficoltà mostrate dai soggetti ad aumentato rischio di Alzheimer possono riflettere un’alterazione cerebrale o segnare l’inizio della neuropatologia, che disturba la comunicazione tra ippocampo e regioni parietale e frontali del cervello.”

Questo test si è dimostrato affidabile nel discriminare tra basso e alto rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer: il gruppo ad alto rischio ha mostrato tempi di reazione e movimento più lenti e meno accuratezza e precisione nei movimenti, dei gruppi di controllo.

Fonte: Stateofmind.it

15/10/2014