La marcia della Convenzione: soddisfazione, ma anche quesiti aperti – 01/10/2012

La marcia della Convenzione: soddisfazione, ma anche quesiti aperti – 01/10/2012

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«A scuola senza di lui sarò di nuovo quello che ero: un ragazzo che non può far niente e che nessuno ascolta»

La denuncia era arrivata nei giorni scorsi dai presidi delle scuole milanesi: tagliata l’assistenza ai disabili, ridotte le ore degli educatori fino al sessanta per cento. Francesco, studente con disabilità di diciassette anni dell’Istituto tecnico Albe Steiner ha scritto al Corriere dopo aver saputo che il suo educatore non riavrà lo stesso incarico. Il Comune intanto ha spiegato: «Il budget non è stato tagliato ma il servizio è stato riorganizzato e i costi sono saliti. Recupereremo altre risorse».

Caro direttore, sono un ragazzo con disabilità, ho 17 anni e so che lottare è la regola numero uno, se vuoi sopravvivere. Per questo vi scrivo. L’anno scorso i miei genitori sono ricorsi in tribunale contro il ministero dell’Istruzione e, vincendo la causa, hanno ottenuto il ripristino delle ore di sostegno cui avevo diritto. Ma… la tregua è stata breve. Quest’anno, quando è iniziata la scuola, ero in ospedale. Però le notizie mi hanno raggiunto ugualmente. Tutti i ragazzi con disabilità di Milano si sono ritrovati con la metà delle ore di educatore stanziate l’anno scorso. E il «mio» educatore, Michele, un educatore che per me era diventato un fratello maggiore, un ragazzo che mi ha sempre difeso, che sapeva prendere in giro me e i miei compagni facendomi parlare con loro, non verrà più a scuola.

Lui, che considerava un «privilegio» poter lavorare con me (così mi diceva!), proprio lui, quest’anno è rimasto senza lavoro. E nessuno si è preoccupato di spiegargli perché. So che martedì (oggi, ndr) il sindaco parlerà con i rappresentanti di chi ha delle disabilità e si cercherà un accordo. Ma non sono tranquillo. Anzi, sono quasi certo che la conclusione sarà sempre la solita: si parlerà di «emergenza», invece di dirmi «ingiustizia». Ho parlato con Michele che ha cercato di rassicurarmi: «Non te preoccupe, Fra’… che ce ne frega…? Noi restiamo amici. Le leggi non c’entrano con noi». Ho parlato con la mamma che mi ha detto, come se fosse tutto normale: «Non preoccuparti, è un periodo difficile, ma tutto si sistemerà…». Ho letto sul giornale che il Comune risponde dicendo: «Non preoccupatevi, i fondi stanziati sono sempre quelli…». E allora…??? Perché mi preoccupo…?????? Ecco perché mi preoccupo: perché a scuola ci vado io, non loro; e a scuola, senza Michele, tornerò ad essere quello che sono senza di lui: un ragazzo che non può fare niente da solo e che nessuno ascolta. Ma io, ancora, non voglio stare zitto. Perché ancora nessuno è riuscito a togliermi il diritto ad essere arrabbiato!

Francesco Gallone

Fonte: Corriere della Sera.it

19/09/2012