La scelta miope di negare i pediatri ai minori stranieri

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Coloro che non utilizzano  Facebook come mezzo di comunicazione e condivisione, in contrapposizione a coloro che possiedono un account, sono più timidi e solitari, meno giovani e socialmente attivi, nonché meno inclini alla ricerca di forti sensazioni.
Facebook ha rivoluzionato la comunicazione tra le persone, ma soprattutto ha cambiato la vita mondana dei giovani e non solo.

Fu inventato ben 9 anni fa, da Mark Zuckerberg e dai suoi colleghi del college a Cambridge, negli Stati Uniti. Nel giro di pochissimo tempo quasi tutti i programmi televisivi ne parlavano e le persone iniziarono a iscriversi in massa. Tutt’ora, si contano oltre 500 milioni di utenti iscritti nel mondo.

Ma cosa spinge una persona ad iscriversi a Facebook? È possibile, raggruppare le caratteristiche degli individui che utilizzano tale social network e di tutti quelli che, invece, preferiscono non iscriversi? Spingendoci oltre, è possibile tracciare un profilo psicologico e psicopatologico dell’utente di Facebook?

In uno studio condotto da Sheldon e colleghi (2012), emerge che coloro che non utilizzano  Facebook come mezzo di comunicazione e condivisione, in contrapposizione a coloro che possiedono un account, sono più timidi e solitari, meno giovani e socialmente attivi, nonché meno inclini alla ricerca di forti sensazioni.

Facebook è uno strumento dinamico, in quanto permette alle persone che lo utilizzano di stringere nuove amicizie, rinsaldare vecchie conoscenze, esprimere se stessi e condividere le proprie esperienze. Inoltre, consente anche di tenersi aggiornati, sia per quanto riguarda le novità provenienti dal mondo, sia rispetto agli eventi interni alla comunità di appartenenza (ad esempio:  gruppi, associazioni, università, ecc…). I Ricercatori sostengono che le suddette attività siano maggiormente desiderate e attuate da personalità più inclini al contatto sociale e alla ricerca di nuove esperienze ed emozioni.

Diversamente, Rosen e colleghi (2013) hanno evidenziato come l’uso di diverse tecnologie sia strettamente connesso con alcuni disturbi psichiatrici, come la mania, il disturbo narcisistico e istrionico di personalità.

Pertanto, se da una parte gli utenti di Facebook sono descritti come individui socievoli e meno soli, allo stesso tempo, l’utilizzo di tale social network può annoverarsi fra i fattori che caratterizzano le persone che soffrono di alcune patologie psichiatriche.

Gli  utenti di Facebook, quindi,  sono più o meno “sani” dei non-utenti? Al momento è difficile fare generalizzazioni sull’intera popolazione rispetto ai profili di personalità e al grado di disagio psicopatologico dell’utente e del non-utente. Se, da una parte, potrebbe essere vero che chi non è iscritto a Facebook sia eccessivamente timido e possieda dei tratti di asocialità, mostrando un minore interesse nello sviluppare relazioni sociali strette, dall’altra, chi lo usa molto potrebbe presentare dei tratti narcisistici ed istrionici, ed utilizzare questo portale come una sorta di vetrina dove esporre una studiata immagine di se stesso per ottenere attenzione e ammirazione.

Più semplicemente, si potrebbe ipotizzare che, spesso, dietro la mancanza di un account Facebook vi siano diverse motivazioni, legate, ad esempio, al voler difendere la propria privacy o alla paura di essere controllati, oppure al fatto che esso rappresenti un ostacolo per le relazioni “face-to-face”. Allo stesso tempo, chi possiede un account Facebook potrebbe connettersi principalmente per tenersi aggiornato riguardo gli eventi mondani o di cronaca, e ciò non avrebbe nulla a che fare con un utilizzo atto a colmare i bisogni di ricerca di attenzione o di ammirazione, “postando” sulla propria bacheca fotografie e commenti accattivanti.

In conclusione ciò che forse si rivela più pregnante sono le motivazioni, le ragioni e le aspettative che regolano il tipo di utilizzo del social network. Sarebbe opportuno, pertanto, individuare una nuova direzione di indagine, che possa cogliere gli aspetti più profondi che motivano la scelta di utilizzare o meno un mezzo comunicativo di massa.

Fonte: Stateofmind.it

15/07/2013