La ricerca internazionale Biogen rivela che la collaborazione è la chiave per migliorare la soddisfazione e l’accettazione della cura. Centrali informazione su sicurezza, effetti a lungo termine e impatto nella quotidianità
ROMA – Il rapporto medico-paziente è fondamentale per il raggiungimento della soddisfazione complessiva del paziente con sclerosi multipla: è quanto rivela un’indagine internazionale, condotta da Biogen, che ha coinvolto, anche in Italia, pazienti e neurologi. Tra i fattori rilevati dalla ricerca emergono le aspettative dei pazienti sulla terapia, il grado di coinvolgimento nel processo decisionale sulla terapia e la comunicazione con i medici curanti.
Nello specifico, il 58% degli intervistati ha dichiarato di essere "molto soddisfatto/soddisfatto" mentre il 42% di essere "lievemente/per nulla soddisfatto." I pazienti maggiormente soddisfatti sono più propensi, rispetto agli insoddisfatti, a dichiarare che le loro aspettative antecedenti l’inizio del trattamento sono state quasi totalmente raggiunte e raggiunte (in questo caso, il 67% dei pazienti soddisfatti). Tuttavia, tra i pazienti lievemente/per nulla soddisfatti, il 44% ha riferito che le proprie aspettative sono state comunque raggiunte. Inoltre, tra i pazienti soddisfatti si è osservata la tendenza a svolgere un ruolo attivo nel processo decisionale sulla terapia e a sentirsi sereni quando parlano con il medico curante.
L’indagine rivela una forte correlazione tra l’approccio collaborativo nei confronti delle decisioni terapeutiche e la soddisfazione per il trattamento e che, in genere, i pazienti soddisfatti o molto soddisfatti hanno un ruolo più incisivo nella pianificazione della terapia. Dei pazienti soddisfatti per la terapia, il 69% afferma di essere stato corresponsabile alla pari del medico, o di avere avuto la responsabilità principale o esclusiva nella scelta della terapia. Tra i pazienti meno soddisfatti, invece, solo il 58% svolge un ruolo attivo nel processo decisionale sul trattamento. Quasi tutti i neurologi concordano sul fatto che sia importante che i pazienti esprimano il proprio parere al momento della scelta del piano terapeutico (97%) e riconoscono che i soggetti maggiormente coinvolti nel processo decisionale tendono a essere più soddisfatti della loro esperienza (92%).
Oltre al grado di coinvolgimento nelle decisioni terapeutiche, i pazienti che sono soddisfatti o molto soddisfatti della terapia tendono maggiormente, rispetto a quelli che non lo sono, a definirsi a proprio agio quando parlano con il proprio neurologo della malattia (64%). Al contrario, tra i pazienti meno soddisfatti della terapia, solo il 43% ha affermato di sentirsi a proprio agio quando parla con il proprio neurologo. Nella decisione del programma terapeutico, un approccio individualizzato può contribuire al miglioramento della soddisfazione dei pazienti
Anche se la maggioranza dei pazienti concorda sul fatto che vorrebbe essere informata sulla sicurezza del trattamento e sui suoi potenziali effetti indesiderati (51%), i pazienti dimostrano di avere esigenze varie al momento della scelta della terapia. Ad esempio, altri fattori includono gli effetti a lungo termine (46%), l’impatto sulla vita quotidiana (46%), la capacità di rallentare la progressione di malattia (46%) e la capacità di ridurre il numero di recidive (41%).[i] I medici riconoscono che, al momento di prendere decisioni sulla terapia, ogni paziente esprime considerazioni distinte; inoltre, il 98% ha riscontrato che i piani terapeutici devono sempre essere personalizzati per tutti i pazienti.
Fonte: Superabile.it
27/04/2015