La storia di Roberto Murgia, 43 anni, di Olbia, è di quelle che mettono rabbia. Vorrebbe una casa al piano terra, e sul mercato nella sua città ce ne sono tante: lui va agli appuntamenti, sulla sua sedia a ruote, vede l’immobile e cerca di chiudere la trattativa. Ma immancabilmente, nel giro di qualche giorno, l’appartamento non è più disponibile. "Già affittato ad altri", si sente dire. Non che non sia possibile, e per qualche tempo – confida – ho creduto alla buona fede. Poi però ha chiesto ad alcuni conoscenti di richiamare per prendere informazioni su quelle case. Ed eccolo scoprire che, "come per miracolo la casa che per me era affittata, per chi arrivava sulle proprie gambe all’appuntamento era disponibilissima".
Roberto Murgia ha una moglie e tre figli piccoli, oggi è paralizzato dal torace in giù a causa della rottura dell’aorta, otto mesi fa. Da sei mesi cerca casa: a Olbia ce ne sono 3 mila sfitte. "Da sei mesi – racconta Roberto- vado alla ricerca di una casa, ma succede sempre la stessa cosa: al telefono sono disponibili, ma appena mi vedono scatta uno strano meccanismo. Sono gentilissimi e cortesi, ma quando richiamo per chiudere l’accordo l’appartamento è già stato affittato. In sei mesi ho visto 15 case, ed è sempre accaduta la stessa cosa. Le prime volte non ci ho badato. Ho creduto alla buona fede, poi la coincidenza mi è sembrata sospetta. Continuavo a vedere nelle riviste specializzate gli stessi annunci. Così ho fatto chiamare qualche mio conoscente. E come per miracolo la casa che per me era affittata, per chi arrivava sulle proprie gambe all’appuntamento era disponibilissima. Nei mesi mi sono quasi abituato a questa pratica selvaggia. Qualcuno è arrivato anche a tirare dritto al luogo dell’appuntamento, senza fermarsi. I soldi non sono un problema. Sono in condizione di pagare un prezzo di mercato. Ma non trovo nessuno disposto a darmi una casa in affitto. Non credo che non ce ne siano". Murgia dice che "tutti pensano che se fai entrare un handicappato in casa, non lo butti più fuori, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo in modo schietto".
Murgia, che lavorava in una ditta che assisteva le persone a domicilio per conto della Asl, e raccoglie le sue parole di speranza: "Spero che qualcuno mi possa venire incontro. Non ho grandi pretese, certo mi serve una casa al piano terra con un piccolo giardino che possa essere raggiunta in modo semplice e in cui ci possa stare la mia famiglia, per farle ritrovare la serenità per andare avanti. Non mi sembra – conclude – qualcosa di troppo complicato".
Fonte superabile.it – m.a
Segnalato da: informadisabile.it
12/09/2011