PARMA. In prefettura presentato lo studio sulle barriere architettoniche negli uffici provinciali e nazionali. Oltre 300 gli stabili esaminati. Le situazioni più critiche nelle zone montane e della Bassa. Bollino verde per le scuole
Rampe che mancano, niente ascensori, bagni inadatti o inesistenti per le persone con disabilità. La vita per molti può trasformarsi in un percorso a ostacoli. A palazzo Rangoni è stato fatto il punto sulla situazione dell’accessibilità degli uffici pubblici di Parma e provincia, nell’ambito del progetto "Libero accesso" promosso dalla Provincia e finanziato dalla Fondazione Cariparma.
Oltre 300 gli edifici censiti, per un quadro di massima definito "a luci e ombre". Le situazioni più difficili si registrano nel territorio provinciale specie nelle zone montane e della Bassa, dove si deve fare i conti con stabili spesso vecchi che non hanno passato il test di accessibilità.
"E’ un quadro a luci e ombre – conferma il prefetto Luigi Viana – dove c’è ancora non poco da fare. Se possiamo essere soddisfatte delle luci, dobbiamo lavorare tutti insieme per migliorare le ombre. E il monitoraggio si propone proprio l’obiettivo di fotografare la situazione, così da poter conoscere e operare al meglio".
Lo studio ha coinvolto oltre 300 edifici tra Parma e provincia. Una analisi – condotta ispezionando gli stabili – che ha concentrato il rilevamento su tre particolari aspetti: accessibilità esterna, percorsi verticali e servizi igienici per i soggetti con disabilità. Globalmente sono stati considerati uffici legati alla prefettura, enti pubblici, locali, scuole e anche caserme dei carabinieri.
Se a Parma dominano i bollini verdi (cioè piena accessibilità), risulta maggiormente inadeguato il quadro delle zone montane e della Bassa dove, per quanto riguarda i plessi municipali, almeno un 36% risulta inaccessibile. Migliora la situazione delle scuole dei vari gradi con una progressione positiva dalle elementari fino alle superiori grazie ai numerosi interventi volti a rendere funzionali le stretture scolastiche.
Non buona la fotografia che emerge negli edifici collegati alla prefettura e in generale al Governo. Su 67 casi esaminati, il 26% risulta inaccessibile, il 28 poco accessibile, un’analoga fetta quasi accessibile e il 18% accessibile. Nel quadro rientrano anche le caserme dei carabinieri, spesso ospitate in vecchi stabili. Il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Carlo Cerrina, ha sottolineato come si stia portando avanti interventi volti a migliorare l’accessibilità, ricordando come sia possibile sporgere denuncia anche via web.
L’assessore provinciale al Welfare Marcella Saccani ha spiegato i tipi di intervento da mettere in campo: "Non immaginiamo soltanto azioni edilizie sugli edifici ma anche operazioni che facciano uso delle tecnologie. Molto spesso alcuni servizi sono in edifici in affitto e possiamo spostarli. Alle volte banalmente basterebbe traslocare tutti al pian terreno. E’ importante arrivare alla definizione di un modello del vivere dove a tutti sia permesso l’accesso ai luoghi pubblici, così da rendere sempre più indipendente la vita delle persone".
di Raffaele Castagno
Fonte: Repubblica.it
19/03/2013