Le colpe del rame nella malattia di Alzheimer

Le colpe del rame nella malattia di Alzheimer

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Analisi del Piano d’azione biennale. Applicare i nuovi Regolamenti europei su barriere architettoniche, inclusione digitale e mobilità: è una delle azioni prioritarie indicate nel Programma nazionale. Tra queste, l’aggiornamento del Nomenclatore tariffario.

ROMA. "Un ‘pre-requisito’ per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali": è la definizione di accessibilità contenuta nel Programma di azione dell’Osservatorio nazionale, sulla traccia della Convenzione Onu: un concetto ampio di disabilità, dunque, che non riguarda solo gli ambienti fisici, ma anche i servizi, le comunicazioni, le opportunità. Se ne discuterà a Bologna, durante la Conferenza nazionale del 12 e 13 luglio, nel gruppo di lavoro dedicato. "Corollario del principio dell’accessibilità" è la progettazione universale, o "universal design", da cui deriva il concetto di "utenza allargata": un vero e proprio "modo di pensare", quindi, che in Italia si sta lentamente sviluppando, ma registra ancora notevoli carenze. Nell’analisi della situazione, l’Osservatorio procede distinguendo i tre principali ambiti dell’accessibilità: alle strutture interne ed esterne; ai trasporti (mobilità) e alle comunicazioni.

Accessibilità alle strutture. La normativa italiana in questo ambito (D.M. 236/1989) è inadeguata: "vetusta" addirittura, secondo l’Osservatorio, almeno per alcuni aspetti, quali "i minimi dimensionali riportati nella normativa", che "fanno riferimento ad un concetto di requisiti minimi necessari ad una persona con disabilità di oltre 40 anni fa". Inefficace, poi, il sistema di controllo e sanzionatorio previsto dalla normativa, ma "svuotato dall’introduzione dal ‘silenzio-assenso’ nelle più generali procedure edilizie". In sintesi, "la normativa italiana non è fondata sull’idea che occorre realizzare un ambiente accessibile a tutti, progettato per tutti, ma prescrive modalità minime per rendere parte di edifici accessibili".

Mobilità. Normativa inadeguata e diritto alla mobilità non sufficientemente garantito: è critico il giudizio dell’Osservatorio in questo ambito. A livello europeo, i Regolamenti emanati a partire dal 2006 "delineano un regime normativo fondato sulla cultura dei diritti umani, della non discriminazione e di accesso ai trasporti su base di uguaglianza". Peccato che, a livello nazionale, si registrino "lentezze ed incertezze nell’attuazione delle norme regolamentari".

Comunicazioni. Anche l’accessibilità agli strumenti informatici, specialmente nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, è normata da leggi recenti e all’avanguardia: nella pratica, però, si registra "un processo di adeguamento di siti e applicazioni che, pur procedendo nella direzione giusta, è stato estremamente lento", soprattutto a causa dell’inadeguatezza dei "deterrenti" e dell’insufficienza dei controlli, a fronte del "disinteresse delle amministrazioni nell’attuazione della legge". In tale contesto, le nuove tecnologie, possibile strumento di inclusione, producono in alcuni casi "nuove ed inaspettate forme di esclusione sociale come, ad esempio, nel caso delle persone cieche ed ipovedenti".

Ausili. Per quanto riguarda l’accesso agli ausili, la normativa "non soddisfa ancora pienamente le esigenze di vita indipendente delle persone con disabilità". Diverse le ragioni indicate dall’Osservatorio: primo, l’obbligo di prescrizione medica limita la libertà di scelta, obbedendo per lo più a "criteri burocratici"; in secondo luogo, gli ausili più recenti e "più sofisticati" hanno costi elevati e non sono inseriti nel Nomenclatore tariffario, il cui ultimo aggiornamento risale al 1999. Infine, gli stessi elenchi e listini contenuti nel nomenclatore sono elaborati a seguito ad accordi tra le aziende costruttrici e gli enti locali, togliendo ogni possibilità di controllo alle persone con disabilità.

Obiettivo. A lungo termine, si chiede l’aggiornamento e l’adeguamento delle norme nazionali che riguardano accessibilità e mobilità; a breve termine, "l’adozione dei regolamenti attuativi secondo quanto già elaborato a livello tecnico". Per quanto riguarda gli ausili, si ribadisse la richiesta di approvazione del nuovo Nomenclatore tariffario.

Azioni. Elaborare, tramite un’apposita Commissione, le "linee guida per la progettazione universale"; rifinanziare, con risorse adeguate, i "fondi statali per l’abbattimento delle barriere architettoniche apportato da privati nelle proprie abitazioni e negli spazi condominiali"; promuovere programmi formativi sulla progettazione universale, rivolti alle diverse tipologie di soggetti interessati; attuare il nuovo Regolamento europeo in materia di trasporto urbano ed extraurbano, nominando l’Organismo responsabile dell’applicazione; sostenere "l’impegno degli Enti Locali nel dare piena attuazione alle previsioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica (n. 151 del 30 luglio 2012) concernente l’adozione del Contrassegno unificato europeo per persone disabili"; riattivare "a tutti i livelli istituzionali una forte attenzione al tema dell’inclusione digitale": sono queste le principali linee di intervento suggerite dall’Osservatorio per realizzare ambienti e contesti accessibili a tutti. (cl)

Fonte: Superabile.it

26/08/2013