RAVENNA. Dopo la lettera al sindaco di una madre il cui figlio, affetto da sindrome di Down, è rimasto escluso per tre anni consecutivi dal pre e post-scuola delle elementari, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna parla di «ostacoli al limite dell’assurdo» per i bambini disabili, nell’accesso al servizio garantito dal Comune. «I genitori del bambino ricorda Ancisi in un’interrogazione al sindaco hanno chiamato in causa, davanti al tribunale di Ravenna, il Comune, denunciando la violazione della legge 67 del 2006 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni’)». Secondo la legge, «si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga». Nella denuncia presentata, la famiglia sostiene che «in base ai vigenti regolamenti per il servizio pre e post scuola adottati dal Comune per i normodotati e dall’Asp per i minori disabili, un bambino down non ha le stesse possibilità di accedere a detto servizio e di fruirne i benefici, rispetto a qualunque altro bambino normale’».
Questo deriva da una differenza tra i due regolamenti: per i bimbi normodotati, il servizio è rivolto prioritariamente alle famiglie con entrambi i genitori che lavorano, ma ciò non esclude che possano accedervi anche le altre. L’Asp, invece, assegna l’educatore di sostegno necessario durante il pre e post scuola solo ai bambini disabili con entrambi i genitori lavoratori. «Si tratta di eccezioni al limite dell’assurdo commenta Ancisi. Non è detto, infatti, che tutti i disabili, e in particolare i bambini down, richiedano il sostegno di un educatore anche nei servizi extrascolastici. A mio parere, la valutazione sulla necessità del sostegno dovrebbe essere chiesta dal Comune al neuropsichiatra pubblico». In ogni caso, secondo il capogruppo di Lista per Ravenna, il problema andrebbe risolto alla radice, eliminando dai regolamenti del Comune e dell’Asp «ogni penalizzazione a danno delle famiglie in cui i genitori non lavorano entrambi, trattandosi peraltro di un servizio a pagamento. Nel regolamento dell’Asp sia introdotta una modifica secondo cui l’assegnazione di personale educativo di sostegno ai minori disabili nei servizi extrascolastici è richiesta solo se prescritta dal neuropsichiatra pubblico di riferimento».
Fonte: Il Resto del Carlino
18/08/2011