In tanti hanno voluto provare i disagi che subiscono le persone diversamente abili.
SONDRIO. Provare per un giorno cosa significa girare per le vie della nostra città con la sedia a rotelle. Si può essere indipendenti? Si può andare a comprare il pane? A pagare le bollette? A fare acquisti?. La risposta è stata lasciata chi, sabato, si è seduto su una delle dieci carrozzine (concesse dall’Ospedale di Sondalo, ndr) e con la forza delle braccia ha seguito
Francesca Rogna nel tragitto da lei indicato per la «Skarrozzata per le vie di Sondrio». Il giro è partito alle 12.30, al termine del seminario sulla accessibilità rivolto a scuole e addetti ai lavori tenuto al Policampus dall’ingegnere
Alberto Arenghi. Io ho provato a fare una parte del giro alla domanda posso rispondere no, almeno non da soli: dalla partenza, all’entrata del Policampus, ci sono voluti più di venti minuti per arrivare all’incrocio con via Tonale, salire e scendere dai marciapiedi e semplicemente tornare indietro. Il motivo? Il marciapiede che collega il Policampus è totalmente dissestato, ma non solo, le striscie pedonali si trovano tre metri dopo la discesa creata apposta per permettere alle carrozzine di scendere sulla carreggiata. E poi le pendenze. Davanti al parcheggio del Policampus c’è un passaggio per le macchine e lì il marciapiede manca, quindi per aiutare i disabili c’è una rampa la cui pendenza, sommata a quella della strada che è in discesa, fa sentire sulle montagne russe: si prende troppa velocità e per tentare di frenare si arriva ad incastrare le dita tra le ruote. Obiettivo centrato per Valtellina Accessibile realizzatrice del progetto organizzato per la prima volta nella nostra città grazie anche a Tecnici senza barriere e al Comune di Sondrio. Ma il progetto è partito molto tempo prima del seminario e della Skarrozzata tenutisi sabato. Infatti, al Policampus, si sono presentati anche i bambini della primaria di via Cesare Battisti, una delle tre scuole che hanno partecipato all’esperimento, con due cartelloni ricchi di disegni relativi al percorso fatto da loro e alle barriere architettoniche incontrate. «Con i bambini abbiamo fatto due giri del Piedibus per ogni scuola e gli abbiamo mostrato le difficoltà che incontra chi è sulla sedia a rotelle. Abbiamo dato delle schede da compilare ai bambini al termine del percorso dove dovevano indicare le problematiche riscontrate e disegnare una loro idea per risolverle», raccontano
«I bambini sono stati molto ricettivi sull’argomento, gli è piaciuta l’esperienza e hanno capito le difficoltà nella vita quotidiana», affermano le insegnanti che hanno accompagnato gli alunni nella realizzazione del progetto.
Fonte: Giornale di Sondrio
10/05/2015