VENEZIA. Tutti gli errori e gli sprechi nell’iter per la realizzazione dell’ovovia sul Ponte della Costituzione sono riassunti in una relazione della Guardia di Finanza che, da qualche giorno, è stata depositata alla procura regionale della Corte dei conti. La relazione percorre dettagliatamente tutti i passaggi che hanno portato ad un consistente aumento dei costi, passati da 740mila euro a un milione e 726mila (senza peraltro che l’opera sia ancora entrata in servizio) ed individua le varie responsabilità sul fronte tecnico e amministrativo. Ma, per ora, non è stato ancora possibile quantificare un’ipotesi di danno erariale, proprio perché i lavori non sono ancora conclusi e, di conseguenza, è possibile che sia necessario spendere altro denaro per riuscire a far funzionare l’ovovia, progettata per garantire l’attraversamento del ponte alle persone disabili. L’inchiesta erariale è coordinata dal viceprocuratore della Corte dei conti Chiara Imposimato.
Attorno a questa discussa opera il dibattito politico e anche tecnico è tuttora vivace, con una propensione per i fautori della demolizione, cioè di togliere tutto e usare i vaporetti per trasportare gratis i diversamente abili come peraltro aveva suggerito lo stesso progettista Santiago Calatrava. Come è accaduto per la struttura del ponte, che l’impresa Cignoni (specializzata in strade e ponti stradali) aveva affidato alla carpenteria Lorenzon, inizialmente l’ovovia era stata affidata alla Pmp di Castelseprio, in provincia di Varese e poi quest’ultima azienda ha denunciato di essere stata privata del progetto e della "carrozzeria" nell’indifferenza dell’amministrazione comunale. Su questo fronte è stata aperta anche una causa civile per il risarcimento dei danni.
Recentemente, sembrava che l’ovovia funzionasse, era stata vista andare su e giù per il ponte con una lentezza esasperante.
«Sfido io – commenta il titolare della Pmp, Giovanni Parise – non l’hanno costruita secondo i progetti. Già nel 2007 c’era lo studio approvato dall’Ustif. Se avessero costruito il dispositivo come da progetto, quello funzionerebbe da anni. Hanno sbagliato tutto: dai supporti troppo pesanti, ai motori e ai riduttori, tanto che l’apparecchio impiegava 14 minuti per attraversare il ponte mentre io ne avevo previsti quattro».
I tecnici dell’Ustif sono evidentemente scettici, tanto che hanno compiuto qualcosa come 22 visite a Venezia , costate finora al Comune 28mila 768 euro. E ancora non sono sufficienti.
È andata bene, invece, la verifica statica dell’arcata del ponte, eseguita ieri dalla Dicam di Bologna in collaborazione con l’Università del capoluogo emiliano.
«Le rilevazioni – è il commento dell’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni – hanno evidenziato che la situazione è tutta sotto controllo. I dati complessivi, però li riceveremo tra qualche settimana».
Fonte: il Gazzettino.it
02/08/2013