L’Italia si dota di un piano nazionale per le malattie rare

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Iniziativa del Comitato dei cittadini per i diritti umani: trenta pannelli e venti video in mostra a Milano dal 13 al 21 dicembre

MILANO – "Tu sei sbagliato": quando qualcuno, a proprio dire un "esperto", si rivolge con queste parole ad una persona in una situazione di disagio emotivo, il rischio che i diritti umani non vengano rispettati è molto forte. È quanto documenta la mostra multimediale "Salute mentale: dignità e diritti violati" che per la quarta volta il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu), una onlus che raccoglie le denunce di abusi in ambito psichiatrico, porta a palazzo Giureconsulti, in piazza Mercanti 2 a Milano, dal 13 al 21 dicembre. "Trenta pannelli e venti video che hanno fatto il giro del mondo – spiega Alberto Brugnettini, membro del consiglio direttivo del Ccdu – per raccontare, dal punto di vista storico, come la psichiatria non sia una scienza esatta, al contrario di altre branche della medicina, e come, dalla sua nascita ad oggi, abbia commesso molti soprusi". Dai capitoli dedicati al coinvolgimento degli psichiatri tedeschi nella creazione del sistema-nazismo, fino al "marketing della follia": malattie create a tavolino per soddisfare gli interessi delle case farmaceutiche.

Il Ccdu punta il dito soprattutto sul Trattamento sanitario obbligatorio (Tso), introdotto dalla legge Basaglia del 1978, sulla cui necessità si discuterà nel convegno di sabato 15 dicembre con Marco Bertali, dirigente del Centro di salute mentale di Gorizia, Cesare Ercole, direttore generale della Asl di Treviglio e Caravaggio, e Roberto Cestari, presidente di Ccdu (dalle 9 alle 12 nella sala Parlamentino del palazzo Giureconsulti).  Secondo la legge Basaglia, il Tso può essere applicato solo a due condizioni: se il paziente necessita di cure psichiatriche e se le rifiuta, costituendo un pericolo per se stesso e per la società. La patologia deve essere accertata inizialmente da un medico, poi da uno psichiatra della Asl e infine ci deve essere l’approvazione del Sindaco, considerato garante della salute dei cittadini. "Il primo problema legato al Tso è la frequente violazione delle norme -spiega Roberto Cestari-: non è raro, infatti, che la persona venga rinchiusa in un reparto di salute mentale solo sulla base dell’indicazione del primo dei due medici, senza che il sindaco o chi per lui accerti i fatti. E le denunce vengono spesso ignorate dalla magistratura".

La durata prevista per il Tso dovrebbe essere di un massimo di sette giorni, in realtà spesso viene prolungata e in più occasioni è reiterato. Esso prevede la costrizione fisica e la sedazione in modo tale da attenuare la crisi del paziente. "Sono i vigili urbani e del fuoco a prelevarlo – sottolinea Brugnettini -: figure non preparate per dialogare con una persona in stato di crisi emotiva. Abbiamo ricevuto denunce da parte di persone sottoposte a Tso su richiesta di vicini infastiditi, parenti interessati all’eredità, e addirittura c’è stato il caso di un sindaco che l’ha utilizzato per danneggiare un avversario. Durante il periodo del ricovero, infatti, il soggetto è dichiarato incapace di intendere e di volere". (Alessandra Ravelli)

Fonte: Superabile.it

14/12/2012