MILANO. A Milano è allarme elementari. Tra tutti gli ordini di scuola, le primarie sono le più sofferenti nel capoluogo, che "vanta" la media più alta di alunni per classe in tutta la Lombardia. Al boom degli iscritti ha corrisposto il taglio dei docenti, delle classi e delle ore di lezione. Non riguarda solo le primarie, invece, il problema degli insegnanti di sostegno: anche in quest’ambito Milano fa segnare un triste record, quello del più alto numero di studenti disabili affidati a un solo docente. Completano lo scenario le difficoltà delle scuole serali: nella città meneghina a volte bisogna lottare anche per ottenere la formazione delle classi. Nelle aule delle elementari 2011/12 un insegnante milanese (o di Monza: le due province sono conteggiate insieme) si troverà di fronte in media 21 bambini. Tre in più di quelli che dovrà gestire un suo collega di Sondrio, quasi due in più rispetto a Como. A tallonare Milano ci sono Lodi (20,68 alunni per classe) e Pavia (20,39), seguite da Varese (20,08) e Mantova (19,85). Il capoluogo lombardo è nettamente sopra la media regionale: 20,92 contro 20,08. «Milano è messa peggio delle altre province spiega Carlo Giuffrè, segretario generale Uil Scuola Lombardia . Non solo perché ha più alunni e più scuole, ma anche perché il tempo pieno è molto diffuso: parliamo del 93% delle famiglie. Il taglio dei docenti si fa sentire. Due anni fa si garantivano ai ragazzi 44 ore di insegnamento alla settimana. L’anno scorso siamo scesi a 42. E quest’anno siamo sulle 40». Qualcuno fa notare che nelle primarie milanesi ci sono comunque più insegnanti rispetto ad altri Paesi. «È il caso della Francia dice Attilio Paparazzo, segretario generale Flc Cgil Milano . Ma lì i ragazzi fanno un orario più ridotto e gli insegnanti non devono controllarli anche in mensa, come accade da noi». Chi difende il tempo pieno difende uno dei fiori all’occhiello della scuola meneghina. «È un servizio utile per le donne lavoratrici che vivono in città commenta Rita Frigerio, segretario generale Cisl Scuola Milano . Ma in questo momento lo stiamo garantendo in condizioni di sotto-organico».
I tagli degli insegnanti sono in continuo aumento: 297 in meno tra l’organico di diritto 2008/09 e quello 2009/10, 426 in meno tra quest’ultimo e quello 2010/11, 455 in meno tra l’anno scorso e quello che sta per iniziare. In 3 anni sono "spariti" 1.178 docenti. E sono cresciuti gli alunni: 5.610 in più dal 2008 (1.226 in più solo dal 2010/11 al 2011/12). Ad aprile scorso le classi previste per quest’anno erano 35 in meno rispetto a quelle dell’anno appena concluso: inevitabile che il numero di bambini per classe sia destinato ad aumentare. «In queste condizioni la qualità dell’insegnamento si abbassa» dice Giuffrè. Allargando lo sguardo a tutti gli ordini di scuola, dall’asilo alle superiori, il problema più urgente è quello degli insegnanti di sostegno. Al momento Milano ha la più alta media di alunni disabili assegnati a un singolo docente: 2,66, un primato in condivisione con Cremona, Lodi e Mantova. Le più virtuose sono Sondrio e Bergamo, rispettivamente con 2,14 e 2,52 studenti per insegnante. «In ogni caso siamo sopra la soglia di legge spiega Paparazzo . Ogni professore non dovrebbe avere in carico più di due ragazzi». Quindi le scuole lombarde sono in una situazione di illegalità? «In realtà no sorride amara Frigerio . La legge 244/2007 impone di non superare un rapporto medio nazionale di 2 a 1. E a livello nazionale questo limite è rispettato. Segno che altre regioni se la passano meglio di noi». Quest’anno a Milano ci saranno 97 docenti in meno rispetto al 2010/11, a fronte di 596 iscritti disabili in più. E 4.800 professori per 12.835 alunni non possono bastare. «Per seguire adeguatamente tutti i ragazzi che ne hanno diritto ci vorrebbero altri 1.500 insegnanti dice Paparazzo . Particolarmente critica la realtà delle superiori, dove ci avviciniamo molto a una media di un professore ogni tre studenti». In tutta la Lombardia, secondo i dati della Flc Cgil, mancano 3.613 docenti di sostegno: quasi un quarto dei 15.235 che dovrebbero essere presenti per legge. Gli altri numeri forniti da sindacati e associazioni completano il quadro della scuola milanese. Quest’anno 118 istituti saranno guidati da un "reggente", anziché da un dirigente scolastico (il vecchio "preside") a tempo pieno. L’anno scorso erano 77: sono aumentati del 53%. Agli alunni delle medie si potranno garantire 33 ore settimanali di lezione: «Secondo la riforma Gelmini ricorda Giuffrè dovevamo essere tra le 38 e le 40». Un tasto dolente è quello delle scuole serali: «Secondo i dati Ocse siamo agli ultimi posti per il livello di istruzione lungo tutto l’arco della vita dice Frigerio . Un indicatore importante anche per il livello di integrazione tra i cittadini. Anziché aiutare il lavoratore adulto, e molto spesso straniero, a finire gli studi e acquisire le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro, lo si respinge per risparmiare sul numero dei docenti. Un caso tipico è quello dell’Istituto professionale Bertarelli, dove siamo in lotta da maggio contro il taglio delle classi che ci è stato prospettato». Anche la situazione delle serali è in forte peggioramento. «Stiamo regredendo nettamente rispetto agli anni ’70, ’80 e ’90» sintetizza Paparazzo. A Milano, neanche diplomarsi "da grande" è un’impresa semplice.
Fonte: Il Sole 24
05/09/2011