Mensa scolastica inaccessibile, studente disabile deve arrivarci ”in braccio”

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Il segretario del Comitato 16 novembre scrive al pontefice, invitandolo alla manifestazione: "Potevo scegliere di morire: ho scelto la vita per lottare. La mia vita non mi appartiene, appartiene ai malati silenti, ai depressi, a chi non può difendersi"

ROMA – Salvatore Usala, il malato di Sla alla guida delle battaglie del Comitato 16 novembre, scrive a Papa Francesco. In una lettera aperta, in cui spiega, per sommi capi, anche il progetto "Restare a casa" e le resistenze che questo sta incontrando nei palazzi istituzionali, Usala racconta, soprattutto, la condizione propria e di chi, come lui, potendo scegliere tra la vita e la morte, ha "scelto la vita per lottare".

"Ho accolto con vera gioia le tue rivoluzionarie esternazioni sui gay, sul dio Danaro, sulla lotta e tante altre che rasentano ‘l’eversione Papale’ – scrive Usala al pontefice – Sei un uomo speciale che scende dal Suo scranno, terra, terra, al livello degli umili e dei bisognosi. Ti ammiro per il coraggio mostrato, per la coerenza e per non avere mai peli sulla lingua". E di peli sulla lingua ne ha pochi anche Usala, che nella lettera racconta di una "sanità circondata da lobby, sciacalli e avvoltoi, pronti ad ogni meschinità pur di arricchirsi. Ci sono tanti loschi figuri che fanno collezione di RSA come fossero figurine. Ci sono anche tante eccellenze dove i pazienti hanno un trattamento umano": sono questi "loschi figuri" e gli interessi di questi a rendere irrealizzabile un progetto – quello del comitato – che sarebbe "fattibile in cinque minuti" e che parte da una semplice, fondamentale realtà: "i disabili – spiega Usala – stanno bene in famiglia, in mezzo agli affetti familiari, stanno molto meglio e si spende la metà.". In difesa di questo progetto, "dal giorno 22 ottobre saremo in presidio permanente, giorno e notte, davanti al Ministero dell’Economia. Faremo lo sciopero della fame ed anche della sete, se necessario. Non ci muoveremmo sino ad avere risposte concrete, il Governo deve prendere impegni, non possiamo più aspettare". E a questo presidio, Usala invita proprio il pontefice, perché "la Tua prestigiosa presenza darà alla manifestazione un alto prestigio per vincere una battaglia di civiltà e dignità, ti prego!".

Usala racconta poi che, 5 anni fa, avrebbe potuto scegliere "di non fare la tracheostomia: ho scelto la vita per lottare. La mia vita non mi appartiene, appartiene ai malati silenti, ai depressi, a chi non può difendersi, a chi è stanco di protestare, a chi è stanco di vivere in uno stato che trascura i bisogni degli ultimi. Verrò dalla Sardegna con viaggio di sola andata – annuncia – e dal 22 ottobre sarò in sciopero della fame totale, dal 24 non assumerò più liquidi: è la mia sfida all’ipocrisia del denaro, davanti al palazzo del potere. Rischio la morte celermente, sono fragile come un bambino, la vita in un corpo inerme, ma non ho paura di morire. Sarò la vittima sacrificale in uno stato indegno di essere chiamato civile. Papa Francesco, mi serve aiuto, conforto e consigli. Ti aspetto!".

Fonte: Superabile.it

02/10/2013