Milano, musicisti disabili suonano con bambini ricoverati: nuovo metodo di cura

Milano, musicisti disabili suonano con bambini ricoverati: nuovo metodo di cura

| 0

Dodici le persone a cui ieri Papa Bergoglio ha lavato i piedi. Hanno tra i 16 e gli 86 anni, tre di origine straniera. Sono affetti da patologie invalidanti di carattere ortopedico, neurologico e oncologico. Per papa Francesco si tratta di un’abitudine che aveva da arcivescovo di Buenos Aires.

ROMA – Papa Francesco al Centro S. Maria alla Provvidenza di Roma (via Casal del Marmo 401) della Fondazione Don Gnocchi ieri sera, in occasione delle celebrazioni liturgiche del Giovedì Santo. Ha accolto l’invito del presidente della Fondazione don Gnocchi, Angelo Bazzari, e ha celebrato la tradizionale Messa "in coena Domini" alle ore 17,30 tra i disabili e gli operatori dell’Opera del beato don Carlo Gnocchi. La messa è stata caratterizzata dall’annuncio del comandamento dell’amore e dal gesto della lavanda dei piedi di papa Bergoglio a 12 ospiti disabili della Fondazione Don Gnocchi. Per Papa Francesco si tratta di un’abitudine che aveva da quando era arcivescovo di Buenos Aires, dove usava celebrare la Messa del giovedì santo in un carcere, in un ospedale o in un ospizio per poveri o persone emarginate, in un contesto di estrema semplicità.

Ecco i dodici a cui ha lavato i piedi. Sono 12 i pazienti accolti nei Centri della Fondazione Don Gnocchi con disabilità per alcuni temporanea, per altri cronica, con la quale fanno i conti dalla nascita o dalla giovanissima età. Di età compresa tra i 16 e gli 86 anni (italiani e tre di origine straniera, uno dei quali di fedemusulmana), sono affetti da patologie invalidanti di carattere ortopedico, neurologico e oncologico.

Il più giovane di loro si chiama Osvaldinho. Ha 16 anni, è originario di Capo Verde e risiede a Roma da tempo. Nell’agosto dello scorso anno, un banale tuffo in mare ha straziato un’adolescenza fin lì normale. L’acqua troppo bassa, l’impatto violento, l’esito devastante: trauma vertebro-midollare con tetraplegia immediata. Gli arti paralizzati, completamente immobile, costretto su una sedia a rotelle. Non perde, però, la straordinaria voglia di vivere, tipica dei suoi anni, alimentata e sostenuta dalle cure e dalle terapie riabilitative a cui si sottopone ogni giorno al Centro "S. Maria della Pace" di Roma della Fondazione Don Gnocchi per recuperare e sviluppare le capacità residue.

Orietta è romana, 51 anni. A soli due anni è colpita da vaiolo che le provoca un’encefalite. Per la famiglia inizia un calvario fatto anche di emarginazione e incomprensioni. A 9 anni l’accoglienza al  "Cottolengo" di Roma, che aveva sede presso l’attuale Centro Don Gnocchi "S. Maria della Provvidenza". Da 43 anni, Orietta vive in questa sua nuova famiglia allargata, senza per questo aver perso la sua famiglia di origine. Anzi, i genitori l’hanno continuamente seguita con amore e sorretti dalla fede. Non passa giorno che non la vadano a trovare, al punto da diventare volontari del Centro e non limitarsi ad accudire solo lei, ma affiancando gli operatori nell’assistenza degli altri ospiti, così da dilatare la loro stessa famiglia. Samuele ha 66 anni. A 3 anni il dramma della poliomielite, vera e propria piaga che falcidiava l’infanzia di quegli anni e a cui don Gnocchi si era dedicato una volta esaurita l’emergenza dei mutilatini. La famiglia di Samuele, paralizzato agli arti inferiori, non era in grado di garantirgli cure, né scuole speciali. Sarà proprio l’incontro con l’Opera di don Gnocchi a cambiargli la vita. Dalla provincia dell’Aquila, all’età di 13 anni, Samuele si trasferisce a Roma e qui inizia il suo percorso di rinascita. Al Centro "S. Maria della Pace" di Roma della Fondazione Don Gnocchi riceve cure mediche, istruzione, formazione professionale, un lavoro e qui trova persino l’amore, nella donna che poi sposerà. Samuele non ha più lasciato la Fondazione Don Gnocchi, diventandone operatore dipendente, fino alla pensione, raggiunta pochi anni fa. Ancora oggi, anche se non ha mai conosciuto personalmente don Carlo, continua a considerare don Gnocchi come un "padre", come tutti gli ex allievi sparsi nel Paese, che hanno dato vita e una vera e propria associazione. C’è poi Marco, 19 anni, quinto anno al liceo scientifico tecnologico. Animatore nella parrocchia "SS. Annunziata" di Sabaudia (Lt), gli è stata diagnosticata nell’ottobre dello scorso anno una neoplasia cerebrale. Ha subito in questi mesi una serie di interventi chirurgici. È ospite, dallo scorso gennaio, del Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma della Fondazione Don Gnocchi.

Angelica, 86 anni, originaria di Maenza (Lt). Contadina per tutta la vita, sposata con un armeno, tre figli, rimasta vedova a 39 anni, è stata presidente dell’Azione Cattolica del proprio paese. Nell’88 il primo intervento per protesi all’anca sinistra, ripetuto per una sostituzione nel ‘93. Nell’agosto dello scorso anno, la caduta con frattura scomposta dell’anca già operata e di varie costole. È in riabilitazione al Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma della Fondazione Don Gnocchi dopo un lungo calvario in varie strutture pubbliche. Daria, 39 anni, affetta da tetraparesi spastica neonatale, ricoverata fin da piccola presso la degenza diurna del Centro "S. Maria della Pace" di Roma della Fondazione Don Gnocchi. Pietro, 86 anni, due figli e tre nipoti. Artigiano per tutta la vita, risiede da circa un anno al Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma della Fondazione Don Gnocchi per deficit dell’equilibrio e della deambulazione ed ipotonotrofia muscolare. Gianluca, 36 anni. Dall’età di 14 anni ha subito vari interventi per meningiomi. È ospite da due anni della RSA del Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma della Fondazione Don Gnocchi.

Stefano, 49 anni, affetto da oligofrenia grave e spasticità in esiti di cerebropatia neonatale. Ha sempre vissuto in famiglia, da due anni risiede alla RSA del Centro "S. Maria della Provvidenza" di Roma della Fondazione Don Gnocchi. Hamed, 75 anni, originario della Libia, di religione musulmana. Ha lavorato per anni alla Camera del Commercio Italo-Araba. A seguito di un incidente stradale, ha subito gravi danni neurologici. È in riabilitazione al Centro "S. Maria della Pace" di Roma della Fondazione Don Gnocchi. Giordana, 27 anni, originaria dell’Etiopia. Affetta da tetraparesi spastica in seguito a paralisi cerebrale infantile ed epilessia, risiede da vent’anni al Centro IRCCS "S. Maria Nascente" di Milano della Fondazione Don Gnocchi. Scrive poesie e cura con altri disabili del Centro l’emittente web "Radio Don Gnocchi". Nel 2002, aveva salutato personalmente Papa Giovanni Paolo II nel corso dell’udienza concessa alla Fondazione nel centenario della nascita di don Gnocchi. Walter, 59 anni, affetto da sindrome di down. Appassionato di musica e di teatro, dopo la morte dei genitori è rimasto solo con il fratello. Ora la sua casa è il Centro Multiservizi di Legnano (MI) della Fondazione Don Gnocchi.

L’Opera don Gnocchi e i papi. L’incontro del Santo Padre con la Fondazione Don Gnocchi si inserisce nel programma di celebrazioni in occasione del quinto anniversario della beatificazione di don Carlo Gnocchi e rinnova una lunga tradizione di attenzione e vicinanza dei pontefici all’Opera dell’indimenticato "papà dei mutilatini". Tanti sono stati – in oltre sessant’anni – gli incontri tra i Pontefici (da Pio XII, a Giovanni XXIII, a Paolo VI, a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI) e la Fondazione Don Gnocchi. Memorabili, in particolare, sono state le udienze particolari alla Fondazione concesse da PapaWojtyla in Vaticano il 24 maggio 1997, a simbolica conclusione delle manifestazioni organizzate nel ’96 a quarant’anni dalla morte del fondatore, e il 30 novembre 2002, nell’Aula Paolo VI, degno suggello di un anno straordinario, durante il quale sono stati celebrati con numerose iniziative il centenario della nascita di don Gnocchi e il cinquantesimo anniversario di attività dell’Opera che oggi porta il suo nome. E poi ancora impressa nella memoria l’udienza di Papa Ratzinger il 10 marzo 2010, nella Basilica Vaticana, come momento di ringraziamento per la beatificazione di don Carlo, al termine della quale la Fondazione ha consegnato al Santo Padre una reliquia del Beato don Gnocchi.

Fonte: Superabile.it

18/04/2014