Ministro della Salute: ‘Rifinanziare fondo non autosufficienza’

Ministro della Salute: ‘Rifinanziare fondo non autosufficienza’

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Il Comune è dovuto correre ai ripari. Intanto la Toscana sta studiando un pass elettronico per l’accesso alle ztl

BOLOGNA – Nuove esperienze di mobilità a confronto. Se a Bologna i cosiddetti «T-days» – ossia le pedonalizzazioni di alcune vie del centro storico durante il weekend – hanno indotto a una lunga protesta alcune associazioni di disabili (sciopero della fame compreso), tanto che l’amministrazione comunale è dovuta correre ai ripari potenziando la comunicazione circa la loro accessibilità e assumendo alcuni impegni concreti con la Consulta comunale per il superamento dell’handicap, la Toscana sta pensando a un pass elettronico regionale per l’accesso libero delle persone disabili nelle zone a traffico limitato che prevedano l’utilizzo di telecamere. Il progetto si chiama «Mirto», è allo studio della Regione e prevede un investimento di 150 mila euro.

DISABILI CONTRO I «T-DAYS» – Iniziati sabato 12 maggio, i «T-days» bolognesi continuano a non piacere alle persone disabili. Nonostante fossero stati pensati sentendo il parere della Consulta comunale per il superamento dell’handicap e nonostante prevedano anche un piano e una mappa per l’accessibilità. E nonostante le ultime nuove promesse fatte dall’amministrazione cittadina. Così, dopo un sit-in di protesta organizzato da alcune associazioni di disabili contro la chiusura di parte del centro storico nel weekend e dopo 15 giorni di sciopero della fame indetto da Giovanna Guerriero, presidente dell’associazione "Noi insieme a Scherazad" nonché numero uno della Consulta per il superamento dell’handicap, il Comune di Bologna è corso ai ripari. Per prima cosa ha potenziato la campagna di informazione e i depliant sui «T-days» perché «si era diffuso un messaggio distorto circa l’accessibilità del centro storico», spiega l’assessore alla Mobilità e ai trasporti Andrea Colombo. E mentre il sindaco di Bologna Virginio Merola sta vagliando la possibilità di far entrare i taxi attrezzati per il trasporto disabili nella cosiddetta zona «T», intanto si è assunto l’impegno di «individuare altre aree di sosta riservate a chi ha il contrassegno invalidi, allestire un primo punto di ricarica per carrozzine e scooter elettrici, convocare un tavolo di confronto con Ausl e Motorizzazione civile per risolvere i problemi in merito all’assicurazione e all’omologazione delle carrozzine elettriche per disabili, rinnovare progressivamente la flotta degli autobus prevedendo che tutti i nuovi mezzi siano dotati di pedana mobile», si legge in una nota. «L’incontro ha aperto una nuova fase di confronto con il Comune, ma non mi riterrò completamente soddisfatta finché le auto con il contrassegno invalidi non potranno entrare nelle vie pedonalizzate», commenta Giovanna Guerriero. In città ci sono 9.000 pass per disabili.

IL PIANO ACCESSIBILITÀ – Ci sono 25 strade laterali (in media una ogni 50 metri) che consentono alle auto e ai taxi di portare e riprendere le persone disabili a pochi passi dall’inizio dell’area pedonale, 14 piazzole riservate ai contrassegni invalidi in piazza Roosevelt (da cui parte un percorso sperimentale privo di barriere architettoniche che porta fino all’inizio dell’area pedonale), c’è l’impegno affinché la nuova «navetta T» del servizio di trasporto pubblico (che arriva fin sotto le Due Torri) sia sempre attrezzata con una pedana mobile e sono stati ridotti, da 5 a 3, i giorni d’anticipo necessari per prenotare, su qualsiasi linea urbana, un mezzo attrezzato all’orario desiderato. «Così l’area pedonale rappresenta anche per le persone disabili quell’opportunità di muoversi in tutta sicurezza e tranquillità senza gli ostacoli e i pericoli creati dal traffico e dalla sosta selvaggia», dice l’assessore Colombo. Perché il piano non piaccia ai disabili l’ha spiegato Valeria Alpi che, dopo averlo testato, ha raccontato sul sito di Bandiera Gialla la sua esperienza di giornalista con problemi motori. «Non tutte le persone disabili possono essere lasciate da sole in attesa che l’accompagnatore vada a parcheggiare e, soprattutto, non tutte ce l’hanno. Per alcune, poi, pochi metri di distanza equivalgono a mezzora di cammino». E sui parcheggi in piazza Roosevelt, scrive, in realtà «non sono piazzole per disabili ma fermate degli autobus, dato che in quei giorni il bus è deviato e non passa da lì».

IL PROGETTO «MIRTO» – In Toscana, invece, un pass elettronico consentirà l’accesso delle persone disabili nelle zone a traffico limitato delle città che prevedano l’utilizzo di telecamere. Il progetto si chiama «Mirto» e ci sta lavorando la Regione insieme a Uncem, Anci (l’Unione e l’Associazione nazionali dei comuni e delle comunità montane) e ai Comuni di Siena e Pistoia. Questi ultimi parteciperanno alla sperimentazione che dovrebbe partire dopo l’estate. Per questa prima fase, l’amministrazione regionale ha messo a disposizione 150mila euro. «Stiamo cercando di realizzare un sistema – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca in una nota – che consenta la massima libertà di circolazione a tutte le persone con disabilità che hanno diritto ad accedere nelle ztl dei comuni toscani che prevedano l’utilizzo di telecamere. Accade spesso, infatti, che queste elevino sanzioni anche nei confronti delle persone disabili in possesso di regolare tagliando». Quando vengono impiegati i varchi elettronici per l’accesso alla ztl, fa sapere l’Agenzia d’informazione della Giunta regionale toscana, se l’auto non è autorizzata al passaggio viene multata anche se la persona disabile possiede il pass. In alcune città che regolano gli accessi con le telecamere sono stati adottati regolamenti specifici per ovviare al problema: si può ad esempio ottenere l’autorizzazione segnalando il numero di targa del veicolo oppure possono essere rilasciati permessi provvisori. «Mirto» (Mobilità interoperabile regione toscana) punta invece alla creazione di un contrassegno invalidi elettronico, recependo lo spirito della normativa che lega il possesso del contrassegno alla persona e non al veicolo.

Fonte: Corriere.it

25/06/2012