La CNN il 30 marzo scorso ha evidenziato che in America, giorni fa è stato statisticamente provato un raddoppio preoccupante e significativo di casi di autismo negli ultimi 6 anni. Speriamo in una nuova terapia certo ma io temo sia difficile visto che non sono state ancora verificate le cause (ambientali o genetiche).
Inoltre, con la mia esperienza (15 anni) di insegnante di sostegno posso dire che ogni persona è diversa, ogni bambino è diverso, ogni autistico è diverso e quindi nessuna terapia o insegnamento o educazione va fatta nel solito modo.
Io so soltanto che non è affatto facile ogni giorno stare con un bimbo, un ragazzo autistico accanto. Sopportare i suoi rituali, il suo esasperante egocentrismo, le se continue ecolalie, il suo dondolarsi ripetitivo, il suo rifiuto di andare in luoghi a lui sconosciuti o di usare oggetti che non sono a lui familiari (per esempio, se termina l’inchiostro nella sua penna è un guaio perché una identica, una uguale non la accetta!) Ci vuole amore per il lavoro e pazienza; non pazienza e amore.
Ho seguito un caso dalla scuola materna alle elementari, un bimbo cieco ed autistico. In diversi anni ho fatto poco, con delle tecniche rudimentali, gli ho insegnato a toccare e prendere la sua roba senza toccare quella degli altri, a mangiare da solo (anche se si sporcava un bel po’), ha imparato a non sfiorare sempre, ripetutamente, una parete con la mano, ha accettato alcuni esercizi con gli oggetti, ha accettato di essere toccato nelle sue parti del corpo e poi le ha individuate lui, toccandole quando io le nominavo ma non ha mai parlato tranne che una sola volta in cui ha pronunciato (un po’ male) una parola di un ritornello di una canzone. Ma sono stata al settimo cielo soprattutto quando lui accettò una mia carezza. Questo è poco. Ho fatto ben poco in tanti anni e giuro ogni giorno ogni minuto io provavo a raggiungere i miei obiettivi. Questo è pochissimo. Questo è poco ma è meravigliosamente tanto per lui.
di Luana Mataloni
Fonte: Affari Italiani
11/04/2012