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In provincia di Pordenone la richiesta dei dirigenti scolastici di ogni ordine e grado era quella di 436 docenti di sostegno per coprire le necessità di 648 alunni disabili: La copertura prevista dall’Ufficio Scolastico Regionale è di 273 posti. La preoccupazione dell’associazione

PORDENONE – Per coprire le esigenze dei 648 alunni disabili della provincia, era stata chiesta la disponibilità di 436 insegnanti di sostegno. Dall’Ufficio scolastico regionale hanno dato la disponibilità per 273 posti. E di fronte a questa situazione, aggravata dall’ipotesi di un taglio lineare delle ore quotidiane di presenza in classe, la Fondazione "Bambini e Autismo" di Pordenone lancia l’allarme per un quadro che colpirà duramente il livello di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Con una nota firmata dal direttore generale Davide Del Duca, la Fondazione fa il punto della situazione e chiede all’Ufficio Regionale di rivedere la circolare appena emanata "per permettere agli alunni con handicap e alle loro famiglie di iniziare serenamente l’anno scolastico che verrà".

Oltre che per il numero insufficiente di insegnanti di sostegno, la preoccupazione della Fondazione riguarda l’idea di applicare la modalità "a cronometro" alla presenza dei docenti di sostegno in classe: l’ipotesi che circola è che infatti dal prossimo anno nelle scuole dell’infanzia l’insegnante di sostegno potrà stare con il singolo bambino con handicap 6 ore e 15 minuti alla settimana, nelle primarie 6 ore, nelle secondarie di primo e secondo grado 4 ore e 30 minuti. "Se le cose stanno così – scrive Del Duca – è chiaro a tutti che l’integrazione degli allievi con disabilità diventa una cosa effimera per due ordini di ragioni. La prima: tutti gli allievi con handicap e tutte le classi dove l’allievo è inserito hanno bisogno di un insegnante di sostegno che curi l integrazione e la renda possibile tutelando l’apprendimento dell’allievo svantaggiato, ma anche quello dei suoi compagni; la seconda: non tutti gli studenti con handicap presentano le stesse esigenze che variano invece a seconda dalla gravità del caso e dalle caratteristiche della disabilità di cui sono portatori. Quindi il taglio lineare (un po’ di ore – poche – per tutti) è sbagliato".

Dalla Fondazione ricordano che, per la loro esperienza, "in una scuola un bambino con autismo, anche molto piccolo, senza personale competente a suo fianco è in grado di portare una tale confusione da rendere la scuola stessa inadatta ad accoglierlo" e che "con questo tipo di disabilità la vocazione educativa e la buona volontà del personale sono importanti ma non bastano se non c è una adeguata preparazione sulla sindrome e sul caso specifico". "Non è possibile quindi pensare – afferma il direttore generale di "Bambini e Autismo" – che la soluzione del cronometro sia adeguata, né si può pensare di scaricare la responsabilità su docenti e direttori affinché trasformino il cronometro in qualcosa di più aderente alle necessità dell’alunno, con la conseguenza che comunque se si dà di più ad uno si toglie in egual misura ad un altro!". "Non viviamo sulla luna e quindi sappiamo in quale situazione economica si trovi il Paese – afferma Del Duca – tuttavia non si sana il bilancio dello Stato negando agli studenti disabili il diritto all’istruzione e all’integrazione sociale perché assieme ad altre categorie, come ad esempio gli anziani con le pensioni minime e gli indigenti in generale, rappresentano la parte più indifesa e bisognosa della società, parte che in un Paese civile va sempre salvaguardata".

Fonte: superabile.it

26/07/2011