Caro direttore,
mi rivolgo alla sua cortesia in quanto, anche recentemente, il suo giornale ha dimostrato una particolare e competente attenzione ai problemi di accessibilità della stazione ferroviaria che, se non fosse per i suoi periodici richiami, sarebbe messa nel dimenticatoio. E’ una storia infinita ed umiliante per i protagonisti: prima di tutto, per quei cittadini con difficoltà personali (non solo quelli in carrozzina, ma anche le persone anziane, le donne con passeggini o bambini piccoli da portare in braccio, persone cariche di bagagli pesanti, ecc…, insomma, qualche centinaio di persone al giorno, non bazzecole).
Ma dovrebbero sentirsi umiliati anche gli amministratori della nostra città che dopo anni, non solo non hanno provveduto alla soluzione del problema ma non ne hanno nemmeno garantito la sua soluzione per il futuro. Se dipende da StTU Stazione, il responsabile si deve dimettere. Se l’assessore Bernini, che aveva promesso soldi del Comune per risolvere in tre mesi il problema, non lo ha fatto, dovrebbe trarne le conclusioni… Oggi le sue affermazioni denunciano il suo qualunquismo e solo la voglia di cavalcare l’indignazione, vera , dei cittadini. Mettendo a disposizione i 90.000 euro che servivano sapeva o no di fare una boutade? Come mai Monteverdi (STU), dice di non saperne nulla e, addirittura, che gli ascensori non sarebbero previsti nel progetto? Come Associazione libera barriere architettoniche (Alba) avevamo denunciato l’indecenza della Temporary station alla sua inaugurazione: che oggi si sia ancora nelle stesse condizioni, è una vergogna, non per una città europea, ma per una città normale.
E il problema non è solo la stazione, e non sono solo il mal funzionamento degli autobus che dovrebbero essere accessibili. Basta fare un giro nelle vie principali della città: via Garibaldi, via Cavour, via Repubblica per rendersi conto di quanto la nostra città è accessibile ad una persona con disabilità. Certo, Parma è più vivibile di tante altre, una città di pianura però non dovrebbe porre ostacoli laddove nemmeno la natura li ha posti. L’assessore Bernini continua a dichiarare che Parma è città accessibile… forse nelle intenzioni, ma nella realtà molti non hanno la possibilità di entrare agevolmente in molti luoghi e di fruire degli spazi e attrezzature in condizione di sicurezza e uguale dignità per tutti. Una precedente amministrazione con la dottoressa Podestà aveva promosso un importante lavoro sulla accessibilità; erano stati prodotti volumi, con analisi dei problemi e delle ipotesi di soluzione per molti problemi della nostra città; furono fatti corsi ai quali parteciparono molti tecnici comunali, con un costo a carico della collettività non indifferente. Che uso ne ha fatto, assessore Bernini, la sua amministrazione non è dato sapere. Sappiamo solo che ha preferito rincorrere la ribalta con la pubblicazione del Libro bianco che è servito solo a lei per mettersi in mostra, e a niente altro. Parlare di tutto questo, ora, può servire a poco, ma credo di dare un servizio alla città che deve conoscere chi ci amministra per poter meglio scegliere per il futuro.
Al signor sindaco un grazie particolare per non aver mai colto durante il suo mandato alcuna richiesta di incontro con Alba per illustrarle la vera situazione della città e gli interventi che dovevano essere fatti. Ora, leggo sulla Gazzetta che per risolvere i problemi finanziari degli asili saranno utili i soldi risparmiati dal licenziamento di Frateschi? Ma se così fosse, quanti soldi sono stati buttati in questi anni per quello stipendio e per altri ancora? O saranno piuttosto i soldi risparmiati nei servizi sociali, e quali, a saldare il conto? Per finire, assessore Bernini, non parli più di inclusione perché troppo poco è cambiato e, ormai, siamo alla conclusione.
di Bruna Bucci Guerra
Fonte: La Gazzetta di Parma
16/08/2011