Palermo, Manovra: sit-in di genitori e personale scolastico

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Approvato un documento con le indicazioni su cosa fare prima di avviare la discussione della legge di stabilità: tra le proposte la ricostituzione di un "fondo unico" per il sociale, l’apertura di un tavolo di confronto e concertazione e l’approvazione dei "Macro Obiettivi di Servizio"

ROMA – Le Regioni italiane, volendo assumere una posizione "attiva" sulle politiche sociali, nel corso della Conferenza delle Regioni tenutasi il 22 settembre hanno approvato un documento che prende spunto dal quadro socio-economico e mira a proporre soluzioni per il rilancio delle politiche sociali in chiave "condivisa". Nel ricordare i bilanci di regioni, province e comuni dedicati alle politiche sociali e i tagli apportati negli ultimi anni (vedi il lancio successivo), le Regioni sottolineano che prima di avviare la discussione della legge di stabilità è necessario: "aprire un tavolo di confronto e concertazione per il futuro delle Politiche Sociali, a partire dalla delega assistenziale, tra Regioni, Autonomie e Governo, coinvolgendo anche le Parti Sociali e il Terzo Settore, nel rispetto della leale collaborazione istituzionale voluta dalla Costituzione, ma anche dai principi di un corretto federalismo". Inoltre, è necessario "affrontare i nuovi assetti istituzionali in maniera coerente con il rispetto dei diritti civili e sociali dei cittadini, approvando in Conferenza Unificata i ‘Macro Obiettivi di Servizio’, che vanno anche ad integrare le politiche sociali con quelle educative e di avvio al lavoro, in modo da potere garantire tali diritti, con nuove formule organizzative e con la gradualità consentita dagli obiettivi di spesa richiesti dall’Europa". Infine, "riconsiderare in termini positivi, a partire dalla spesa in atto, i finanziamenti 2012 per le Politiche Sociali, ricostituendo un fondo unico ‘per il sociale’ anche in relazione a quanto proposto da Regioni e Anci negli emendamenti al decreto 138/2011, riconsiderando anche il rapporto tra spesa sociale e patto di stabilità".

Una delle richieste fa riferimento ai "Macro obiettivi di servizio", inseriti in un documento redatto dalle stesse regioni e presentato al ministro Sacconi lo scorso mese di luglio. Macro-obiettivi, articolati in: servizi per l’accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale; servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio; servizi per la prima infanzia e a carattere comunitario; servizi a carattere residenziale per le fragilità; misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito (in questo livello sono inserite anche le misure economiche nazionali). All’interno dei macro obiettivi sono previste linee di intervento che vanno dal sostegno alla famiglia e alla persona, nelle condizioni di disagio e di povertà, a facilitazioni per favorire l’inclusione dei disabili, al sostegno domiciliare per i non autosufficienti, alle strutture residenziali per chi non ha sostegno familiare, "in modo da ricostruire un tessuto sociale di accoglienza e di vita".

Afferma a tal proposito l’assessore ai servizi sociali della Liguria, Lorena Rambaudi, coordinatrice degli assessorati regionali alle Politiche sociali: "Con il documento abbiamo fatto una foto dell’esistente. Abbiamo messo nero su bianco e fatto vedere con le risorse a disposizione quello che si riesce a fare. Insomma, sarebbe meglio avere dei livelli essenziali, ma almeno abbiamo individuato dei macro-livelli a cui fare riferimento".

Fonte:  superabile.it

26/09/20011