Parcheggi per disabili, i furbetti hanno un nome

Parcheggi per disabili, i furbetti hanno un nome

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Parla la coordinatrice degli assessori regionali alle Politiche sociali dopo che la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento per rilanciare le politiche sociali. "Da parte nostra c’è la disponibilitàa parlare di compartecipazione alla spesa, di revisione dell’Isee. Però non si può pretendere che questo si faccia senza soldi"

ROMA – Le Regioni sono preoccupate e non lo mandano a dire. L’assessore alle Politiche sociali della Regione Liguria (nonché coordinatrice degli assessori regionali alle Politiche sociali), Lorella Rambaudi, lo aveva già detto: "Non siamo disponibili a fare i liquidatori del welfare in questo paese". E oggi lo ha ribadito. Afferma la Rambaudi: "Da un anno abbiamo dato la disponibilità al ministro Sacconi a rimettere in discussione il sistema attuale, ma almeno con una sufficiente disponibilità di risorse, in modo da sostenere la riprogettazione. Capiamo che il momento è difficile e costringe a ripensare il tutto, ma non si riprogetta a zero risorse! E in questi mesi si è fatta anche troppa demagogia: si parla di sprechi, inefficienze. Da parte nostra c’è la disponibilità a rivedere il quadro, a parlare di compartecipazione alla spesa, di revisione dell’Isee. Però non si può pretendere che questo si faccia senza soldi o con un ddl che prevede addirittura di risparmiare 20 miliardi di euro".

Nel documento approvato ieri in sede di Conferenza delle regioni, si evidenzia come "nell’ultimo decennio, le Regioni hanno assestato le reti dei servizi, guardando alle peculiarità locali ed ai bisogni della popolazione del loro territorio, con una condivisione degli obiettivi da raggiungere, da parte di Comuni, delle Province, con gli apporti delle istanze sociali e degli organismi di tutela dei cittadini, hanno promosso e realizzato interventi e prestazioni a favore di famiglie, persone , minori, anziani, disabili, fragilità e marginalità sociali. I Comuni, in forma singola e associata, anche con il supporto delle Province, per le piccole comunità locali, hanno costruito un sistema di protezione sociale che necessita di consolidamento e di graduali ampliamenti". E invece la storia recente parla di soli tagli e riduzioni di finanziamenti.

Una tabella allegata al documento analizza la spesa e gli interventi sociali nel triennio 2006-2008. E si afferma: "L’incidenza del finanziamento statale è diminuita nel tempo (passando dall’11,2% del 2006 al 7,8% del 2008, ndr), e nel 2011 l’incidenza è quasi a zero. Con l’aumento del concorso regionale e di quello dei Comuni nel 2010, da una prima stima, la spesa sociale si sarebbe attestata su circa 7,3 miliardi, a cui si affianca una spesa privata per l’aiuto alla cura dei bambini, disabili e anziani (soprattutto non autosufficienti) di oltre 9 miliardi. Sulla spesa privata, va sottolineato come il ‘mercato’ del lavoro di cura sia una fonte di reddito per oltre un milione di persone e con l’invecchiamento della popolazione, sarà un settore in espansione, che va considerato anche sul piano dell’offerta di posti di lavoro (in particolare per la mano d’opera femminile)". Nel dettaglio, esaminando la distribuzione della spesa tra le diverse aree di assistenza, la maggior dimensione è a favore di minori e famiglia 40,2% a cui seguono anziani al 22,5%, disabili 21,1%, altri interventi per disagio e marginalità 16,2%.

Fonte:  superabile.it

26/09/2011