“Parlami di Dio con i segni”: un dvd con le preghiere in Lis

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MODENA. È suonata la campanella del ritorno tra i banchi di scuola e numeri amari, che attestano un preoccupante e significativo aumento del fenomeno “disagio minorile” presentati dal Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della nostra Ausl, stanno mettendo in crisi famiglie, assessorato alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Sociali, sistema scolastico e Dipartimento di Salute Mentale. È lo stesso primario Neuropsichiatra Infantile Paolo Stagi a confermare l’incremento di minori con problemi. «Dalle nostre ricerche risulta che negli ultimi 4 anni è in atto un continuo aumento della domanda, aumentata in maniera maggiore rispetto all’incremento della popolazione. I nuovi utenti, cioè tutti i minori con disturbi psichiatrici, psicologici, neurologici, o con necessità di tipo riabilitativo, che per la prima volta entrano in contatto con i servizi di NPI dell’Ausl modenese, attestano che i bambini modenesi hanno una incidenza di disabilità più alta, rispetto a quella delle altre Ausl dell’Emilia Romagna». Silvia Menabue, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale aggiunge che anche «per quanto riguarda gli alunni certificati, assistiamo negli ultimi anni ad un aumento talmente considerevole, difficilmente spiegabile ad una prima sommaria analisi. C’è certamente – continua la Menabue – una maggiore attenzione alle situazioni di disagio sia sul piano cognitivo che comportamentale che può indurre a rilasciare certificazioni». I dati comunque non possono non far riflettere. Nel 2009 erano 8102 i minori in carico del servizio dell’Ausl modenese, con 1658 nuovi utenti, nel 2010 quelli in carico del’Ausl sono diminuiti a 7191, ma, cionostante i nuovi utenti sono saliti a 2573. Nel 2011 ancora aumento dei minori in carico (7931): sono saliti a 2867 i bambini e adolescenti come nuovi utenti. Nel 2012 infine di fronte a ben 8771 minori in carico, i nuovi utenti sono arrivati a 2895. Prevale il sesso maschile in qualsiasi età. Quella più patologica è l’età tra gli 8 e i 10 anni. Sono poco più di 14 maschi su 100, i bambini di 8 anni con problemi mentre le femmine raggiungono l’8 per cento. Il 13% sono i maschi di 9 anni, le femmine si attestano sul 7,7%. L’utilizzo del servizio è diverso nel territorio provinciale. Molto maggiore a Modena città (8,5%), segue Mirandola con 8,2%. Minore nell’area Sud: Sassuolo, Pavullo, Formigine, Maranello, Il dato più basso a Vignola (5,5%). Disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, autismo, disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività sono le cause più frequenti del disagio. Un dato costante in tutta la Regione riguarda gli «agglomerati urbani in cui – secondo il primario Stagi – si aggregano una serie di problematiche che rendono il servizio più frequente che non in periferia». In Regione individuano tra le possibili ragioni della crescita il cambiamento del modello culturale dei genitori e soprattutto la relazione tra reddito delle famiglie e disabilità. Il totale degli studenti in Regione infatti, è aumentato negli ultimi 10 anni del 23%, mentre gli alunni certificati con disabilità sono cresciuti esattamente il doppio: 46%. Ciò significa che l’aumento certificativo non è dovuto a cause organiche, biologiche: non sono aumentate le vere patologie neuropsichiatriche, ma le aree più significative incrementate riguardano lo psicologico in generale. Il rischio dell’ospedale che cura i sani e caccia gli ammalati, per dirla alla Don Milani, va tenuto costantemente presente. Si certifica troppo, si fanno diagnosi che servono per la invalidità, per la monetizzazione della disabilità. La maggior parte dei certificati non porta come risultato la presa in carico o in cura del paziente è un attestato semplicemente di presunta patologia. Il vero problema e/o danno è che a livello patologico si rischia di “ospedalizzare la didattica”. Occorre studiare il fenomeno attentamente, per evitare la medicalizzazione e/o la psichiatrizzazione di comportamenti tutto sommato normali.

di Camillo Valgimigli, Psichiatra

Fonte: Gazzetta di Modena.it

24/09/2013