La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato un provvedimento del Tribunale dei minorenni che aveva negato a una coppia l’idoneità all’adozione internazionale. Per i giudici di secondo grado i due genitori sono già "preparati alla diversità" e possono affrontare le possibili difficoltà legate all’adozione. La soddisfazione dei legali coinvolti: "Quel primo pronunciamento era basato su un approccio alla disabilità ormai superato e contrastante"
MILANO – I genitori che hanno già un figlio disabile, possono comunque adottare. È quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Milano, che ha ribaltato così il provvedimento del Tribunale dei minorenni che aveva negato a una coppia l’idoneità all’adozione internazionale perché il loro figlio naturale è disabile. Per i giudici di secondo grado anzi i due genitori sono già "preparati alla diversità" e quindi pronti ad affrontare le possibili difficoltà legate all’adozione. Per questo hanno accolto il reclamo della coppia in cui si contestava come "il giudizio di non-idoneità non tenesse conto dell’evoluzione culturale nell’approccio alla disabilità e fosse frutto di pregiudizi". "Siamo di fronte a una vittoria importante per quanto riguarda i diritti delle persone con disabilità – commenta Fulvio Santagostini, presidente di Ledha -. Il riconoscimento del diritto ad avere un figlio anche quando all’interno del nucleo familiare c’è una persona con disabilità è un passo in avanti significativo. La presenza di un bambino con disabilità deve essere considerato un valore positivo e non un impedimento".
La coppia, che vive in provincia di Varese, era stata valutata positivamente dai servizi sociali e dalla Asl del territorio. Per i quali la presenza di un figlio affetto dalla Sindrome di Dravet (una rara forma di epilessia), non rappresentava un "fattore ostativo" alla possibile adozione di un bambino straniero. Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), assistita dall’avvocato costituzionalista Marilisa D’Amico ha supportato, insieme ad "Elo – Epilessia Lombardia", l’azione legale presentata dalla coppia costituendosi in giudizio con un atto di intervento in cui si evidenzia come il provvedimento del Tribunale dei minorenni di Milano sia fondato "su un approccio alla disabilità ormai superato e contrastante con i nuovi principi giuridici introdotti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con Legge 18/2009". Una lettura che è poi stata accolta e fatta propria dai giudici di secondo grado. (dp)
Fonte: superabile.it
10/05/2012