Pescara chiama Italia!

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Succede a Gardaland, dove ancora una volta sono stati vietati a un ragazzo down alcuni divertimenti del parco giochi. La storia riportata sulle pagine del Giornale di Monza. Il fratello:"Se si fossero presentate persone con disabilità intellettiva o magari con reale disagio psichico, ma con lineamenti comuni, forse le avrebbero fatte salire senza fare tante storie".

VEDANO. "Colorado boat", montagne russe, la monorotaia e pure il cinema 4D, tutti divertimenti vietati a chi è affetto dalla sindrome di Down. Lo sa bene Dario Borgonovo , ragazzo speciale a cui è stata negata la "normalità ". Mercoledì sera, insieme a un’amica, e a suo fratello maggiore Luigi con la moglie, è andato a "Gardaland" per passare un pomeriggio all’insegna del divertimento, negato però da un rigido regolamento. "Ho 27 anni, ho la sindrome di Down e penso che finora "me la sono cavata" – ha premesso Dario – Mi piace molto salire sulle giostre, specialmente quelle che ti "strapazzano un po’"". Di fatti, Dario in passato aveva già provato l’ebrezza di andare sul mitico "colorado boat" o sulle montagne russe. L’ultima visita risale a tre anni fa, e allora non c’era stato alcun tipo di impedimento; ma stavolta le cose sono andate diversamente.

"Quando siamo arrivati non stavo più nella pelle – ha ripreso il giovane – Volevo provare le giostre che non conoscevo. Ma già alla seconda attrazione gli inservienti hanno iniziato a dire che non potevo salire. Da lì in poi sono stato regolarmente rimbalzato". A quel punto il fratello ha chiesto di parlare con un responsabile. "è arrivato un signore che ci ha ribadito, in maniera molto cortese, che nel regolamento del parco è previsto che "gli ospiti con tipologie di disabilità comportamentale e intellettiva" possono in pratica salire solo sulle giostre destinate ai bambini. Per loro chi ha la sindrome di Down è considerato meno di un bambino di 4 anni, dato che le giostre a cui siamo "ammessi" si possono contare sulle dita di una mano. Non ho potuto nemmeno vedere il film in 4D".Al gruppo, appena entrato nel Parco era stata infatti consegnata "la mappa per i disabili", nella quale sono vietate tutte le attrazioni più emozionanti. In particolare, le persone affette dalla sindrome di Down sono considerate "ospiti con problemi mentali/psichici". "Se si fossero presentate persone con disabilità intellettiva o magari con reale disagio psichico, ma con lineamenti comuni, forse le avrebbero fatte salire senza fare tante storie – ha dichiarato il fratello maggiore – Prima ci hanno risposto che ci sono disabili che hanno problemi cardiaci, poi che sono gli stessi costruttori delle giostre che non rilasciano il permesso, e alla fine si sono trincerati citando il regolamento. Ma, mio fratello non è autistico, non ha alcun disturbo fisico, non soffre di problemi cardiaci, e soprattutto tre anni fa aveva era già salito sul "Colorado boat". Perché ora gli vietano pure il cinema 4D e la monorotaia? àˆ come se a casa non potesse nemmeno vedere la televisione sul divano".

Per scrupolo il giorno successivo Luigi ha contattato telefonicamente "Mirabilandia", un altro parco di divertimenti noto in Italia. "Mi hanno risposto che se non ci sono problemi fisici gli inservienti non pongono divieti. Quindi, a "Gardaland" se non se la sentivano di assumersi questa responabilità sarei anche stato disponibile a firmare una liberatoria all’ingresso. D’altronde siamo stati pure a "Euro Disney" e non ci sono stati problemi. Adesso capisco perché i disabili non pagano l’ingresso, alla fine possono provare pochissime attrazioni".Dario si è sentito a tutti gli effetti un "diverso". "Mi hanno offeso, anche se non è una novità . Vorrei perciò ribadire ancora una volta che "noi" siamo solo più lenti dei cosiddetti "normodotati" ma le cose, purtroppo, le capiamo al volo – ha ripreso Dario – Non siamo persone stupide, anzi, io penso che lo siano di più quelle che ci considerano tali".Anche la mamma, Rosita Villa , non si è data per vinta e ha scritto subito a Milano all’associazione "Vivi down" per segnalare l’accaduto. "Se avessimo conosciuto prima il regolamento del Parco non avrei mai mandato mio figlio a "Gardaland". In passato ha subito rifiuti, e non avrei mai voluto che ne vivesse un altro – ha premesso – Poi, facendo una breve ricerca in internet, abbiamo scoperto che Dario non è stato l’unico ragazzo affetto da sindrome di Down cui è stato impedito di accedere ai divertimenti più emozionanti. Chi vi è affetto ha una disabilità psichica, non intellettiva. Mio figlio infatti è cintura marrone di judo, pratica da anni equitazione con salto agli ostacoli, e suona in una banda lissonese composta da persone normodotate".

di Martino Lorenzini

Fonte: SuperAbile

25/08/2011