ROMA – Devono fare i conti con i tagli ai servizi erogati dagli enti locali e i cicli di riabilitazione ridotti per mancanza di fondi. E temono che l’indennità di accompagnamento diventi un reddito nella revisione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Così, sotto una pioggia battente, persone con disabilità, familiari e caregivers sono tornati di nuovo in piazza stamattina (14 settembre, NdR) a Roma, a manifestare davanti a Montecitorio per rivendicare il diritto a una vita dignitosa. «Solo nella Capitale l’anno prossimo circa 22 mila persone fragili potrebbero rimanere senza assistenza se non vengono reintegrati i fondi sottratti al bilancio sociale di Roma Capitale», dice Michele Colangelo, portavoce del Coordinamento delle «Consulte Handicap romane» e coordinatore del neonato «Comitato 14 settembre».
ASSISTENZA A MACCHIA DI LEOPARDO – In altre città è stata introdotta la compartecipazione alla spesa per continuare a erogare i servizi. «Il Comune di Pomezia la prevede per l’assistenza domiciliare sulla base dell’Isee di tutta la famiglia – dice Mirella, 70 anni, con un figlio di 37, colpito fin dalla nascita da una grave lesione cerebrale –. Sono solo una mamma che si preoccupa per il futuro di suo figlio: prima gli hanno ridotto le ore di fisioterapia, come se col passare degli anni potesse migliorare, ora bisogna pagare per avere l’assistente a casa. Ma non voglio che mio figlio finisca in Istituto». «In Umbria ci sono disabili gravissimi che ricevono solo 2 ore a settimana di assistenza – dice Francesco – . Nella mia Regione non è possibile scegliere l’assistenza domiciliare indiretta, gestita dalle famiglie, che tra l’altro costerebbe anche di meno». Conferma Simona, di Roma, mamma di una ragazza cerebrolesa di 24 anni: «Da quando ho richiesto l’assistenza indiretta, assumendo con regolare contratto l’operatrice, mia figlia ha 20 ore di assistenza domiciliare a settimana, otto in più rispetto a prima. E il Comune risparmia quasi 500 euro al mese».
DIRITTI “DIVERSI” – Diritti garantiti in modo diverso, a seconda del Comune o della Regione di residenza, dunque. Del resto, da circa dieci anni ancora non sono stati definiti i Liveas, i Livelli essenziali delle prestazioni. «Vorremmo che i diritti previsti dalle leggi vigenti in materia di disabilità diventino realmente esigibili dappertutto – sottolinea Colangelo – . Capita spesso, soprattutto a livello locale, che la facoltà di erogare o meno i servizi per le persone disabili sia vincolata alle risorse disponibili. Per questo – continua il coordinatore del Comitato 14 settembre – chiediamo che i fondi per la spesa sociale destinati ai Comuni siano separati, per legge, dal resto del bilancio, per evitare tagli al mondo della disabilità».
L’INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO – Al presidio è intervenuta anche Cecilia Guerra, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che per quasi due ore ha ascoltato le ragioni dei manifestanti, cercando di rassicurarli soprattutto sulla questione più controversa: la possibilità che l’indennità di accompagnamento possa essere considerato reddito nella revisione dell’Isee che il Governo si appresta a varare. «Nessuno ha mai messo in discussione l’indennità di accompagnamento ma entrerà nel conteggio dell’Isee perché lo prevede la legge – ha detto il sottosegretario – . Pensiamo, però, alla possibilità di far dedurre tutte le spese che le famiglie devono sostenere per l’assistenza, considerando anche il lavoro di cura dei familiari». «Ci auguriamo – ha sottolineato Colangelo – che l’applicazione dell’Isee tenga conto dell’aggravio di spesa che la disabilità comporta per le famiglie e non sia il mezzo per fare cassa e riportare i disabili indietro di decenni, facendoli precipitare in condizioni di povertà».
Fonte: Disablog.it
18/09/2012