CHIOGGIA. Dovevano essere accessibili a tutti. Invece, i nuovi ponti sul Perotolo, teoricamente progettati per consentire il passaggio delle carrozzelle per disabili, si sono trasformati in autentiche barriere architettoniche.
«La curvatura non è stata calcolata sulle misure delle carrozzine più diffuse, le cui pedane urtano sul pavimento ogni qual volta si deve superare il dislivello tra il piano stradale di piazza Penzo ed il ponte stesso», denuncia l’ex preside ed assessore Anton Maria Scarpa, che se ne serve da quando, per le conseguenze di un incidente, non è più in grado di muoversi con le proprie gambe. «Non riesco proprio a spiegarmi come, per incuria e superficialità, nessuno abbia calcolato le quote in funzione delle misure standard della più comuni carrozzine – commenta -. Fatto sta che, per pochi millimetri, le rampe dei ponticelli vanno a cozzare contro le pedane, rendendo il passaggio disagevole se non addirittura pericoloso. Chi deve servirsi della sedia a rotelle deve per forza farsi spingere da una persona in grado di frenare al momento giusto e di compensare gli effetti di dislivello, agendo col proprio peso sul manubrio. Passare da soli è praticamente impossibile: un minimo sobbalzo potrebbe facilmente provocare il rovesciamento della carrozzina».
Per andare dal quartiere della Tombola al duomo, chi è costretto su una sedia a rotelle deve, insomma, giocoforza farsi accompagnare per poter superare alcuni ostacoli che non si giustificano in alcun modo e che potrebbero essere eliminati rapidamente, creando un miglior raccordo tra il selciato e la piazza. «In via del tutto provvisoria – raccomanda l’ex assessore – basterebbe il getto di un po’ di cemento misto a ghiaia». Scarpa conclude facendo presente, con molta amarezza, che nonostante si faccia un gran parlare dei diritti di cui dovrebbero godere i disabili, tutti i lavori attuati nel contesto delle opere per la riapertura del canale Perotolo si sono rivelati penalizzanti per chi non è in grado di deambulare: «Persino la nuova fondamenta che segue la sponda sud del rio termina con un altissimo gradino nei pressi del ponte di Santa Maria. Sta di fatto che, per renderlo più accettabile, qualcuno vi ha posizionato accanto un grosso pietrone. È mai possibile che in quest’epoca così evoluta e tecnologicamente avanzata si possano commettere ancora certi errori?»
di Roberto Perini
Fonte: Il Gazzettino
25/07/2011