FANO. La Curia accusa di «zelo moralistico» l’associazione «Amare Fano» e il suo portavoce Carlino Bertini, le cui posizioni produrrebbero conseguenze negative «sui più deboli». Il presidente dell’associazione «Amare Fano», Carlino Bertini, in merito alla pedana installata sul fianco dell’ex chiesa di Sant’Arcangelo, pedana che consente ai diversamente abili di accedere alla sala auditorium, chiede, a mezzo stampa, di sapere chi siano «gli autori di questa operazione che sta suscitando tante rimostranze», in quanto avvertita dai cittadini come ingombrante e antiestetica. La Curia vescovile, tramite il proprio ufficio diocesano Beni Culturali, fa sapere che la propria partecipazione all’operazione «è limitata ad avere acconsentito, e non poteva essere altrimenti, alla sacrosanta richiesta dell’associazione dei diversamente abili di veder riconosciuto il loro diritto alla possibilità di accedere alla sala. I costi per la realizzazione del progetto sono stati sostenuti dall’associazione stessa». «Le necessarie autorizzazioni si spiega sono state rilasciate dalle autorità competenti. Questa Curia non entra nel merito del decoro urbanistico, decoro tenuto sempre nella massima considerazione in tutte le operazioni di restauro condotte in questi anni (San Silvestro, San Paterniano, Sant’Antonio Abate, Duomo). Spiace comunque rilevare, che tanto zelo moralistico e tanta sensibilità estetica finiscano, in ultima analisi per ricadere negativamente sui più deboli impedendo loro di poter partecipare alla vita cittadina». Da agiungere che all’interno della giunta comunale, benché sia stata avanzata la possibilità che il problema potesse essere discusso al fine di trovare soluzioni diverse dalle scelte fatte, nessuno vuol prendere posizione sulla pedana, assumendo un atteggiamento pilatesco. Da una parte c’è il problema dei disabili e dall’altra le rimostranze di tanti cittadini alcuni si sono addirittura presentati negli uffici del Comune che hanno parlato di «pugno in un occhio» per il forte impatto estetico che ha questa struttura lunga 17 metri produce. QUANTO alla Soprintendenza, molti funzionari degli uffici di Ancona non hanno la più pallida idea di quello che sta succedendo in città per la pedana posizionata nel cuore del centro storico. E’ assai probabile, visti i precedenti, che se ne sia lavata le mani dando parere favorevole. Insomma niente beghe, per cui la città andrà avanti divisa tra chi vede male la pedana o comunque vorrebbe soluzioni meno invasive davanti ad un edificio storico e chi invece, come la Curia, sacrifica un po’ d’estetica in favore delle persone che hanno problemi di deambulazione.
Fonte: Il Resto del Carlino
07/11/2012