La vicenda della piccola di tre anni, colpita da una malattia degenerativa, alla quale era stato sospeso il trattamento con cellule staminali: dopo le denunce sui mass media la precisazione del ministero: "Regole rispettate, dati al momento non sufficienti per validare la terapia: le cure compassionevoli non devono essere la via per far diventare cavie i malati disperati". Supplemento di indagine sul caso di Sofia, nel frattempo le cure proseguono
MILANO – "Le cure compassionevoli non devono diventare la via per far diventare cavie i malati disperati", ma la piccola Sofia potrà comunque continuare, almeno per il momento, il protocollo con le staminali che aveva iniziato. C’è uno sviluppo nella vicenda della piccola di tre anni che convive con una grave malattia degenerativa: dopo la denuncia della trasmissione tv "Le Iene" e un intervento sul "Corriere della Sera" di Adriano Celentano, che rimproveravano al ministro Balduzzi di aver interrotto "l’unica terapia" che la bambina aveva a disposizione, è arrivato il chiarimento da parte del titolare del dicastero della Salute, che ieri ha avuto oltre due ore di colloquio con i genitori di Sofia.
"Io ho solo rispettato le regole e la legalità – spiega Balduzzi – e non ci sono ostacoli burocratici, ma una costante attenzione da parte del ministero alla validazione scientifica di certe terapie e di ciò che bisogna fare affinché un metodo possa diventare una cura standard, dopo la necessaria sperimentazione eseguita in base a criteri scientifici internazionali". Il ministro ricorda l’importanza delle staminali, ma precisa che "non è il ministero a decidere se una terapia deve essere interrotta oppure no: in questo caso, nei mesi scorsi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha effettuato accertamenti e ispezioni, mentre la magistratura ha aperto alcune inchieste sul caso della "Stamina Foundation"». Indagini che sono arrivate alla decisione che "il trattamento al quale era sottoposta Sofia era dannoso per la sua salute". Per questo la cura, dunque, è stata interrotta. Eppure, spiega Balduzzi, è anche vero che "il caso di Sofia è particolare, ha delle peculiarità che dobbiamo valutare con grande attenzione e per questo ho deciso che va fatto un approfondimento tempestivo, nei prossimi giorni. Tra una settimana ne riparlerò con i genitori della piccola. Intanto la bambina potrà proseguire le cure con le staminali in un laboratorio autorizzato dall’Aifa".
Balduzzi chiede a Stamina Foundation la documentazione "che da mesi abbiamo chiesto" per valutare gli effetti della cura: l’auspicio del ministro è che "Stamina crei le condizioni di massima trasparenza per garantire la sicurezza dei trattamenti, perché oggi purtroppo i dati in nostro possesso sono insufficienti per validare scientificamente, secondo criteri internazionali, questa terapia e per tutelare la salute dei malati. Le cure compassionevoli non sono la via per fare diventare cavie i malati disperati".
Fonte: Superabile.it
08/03/2013