Ragazzi in lutto, questi incompresi: un progetto per aiutarli ad aprirsi

Ragazzi in lutto, questi incompresi: un progetto per aiutarli ad aprirsi

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La vita quotidiana per un disabile grave o gravissimo è scandita anche dai conti che non tornano. Claudio Cardinale, 45 anni, ha creato un blog in cui si racconta e in cui ha snocciolato le cifre di quanto spende per vivere da solo

MILANO – La vita quotidiana per un disabile grave o gravissimo è scandita anche dai conti che non tornano. Soprattutto se vuole vivere una vita autonoma, non dipendente dai genitori o dal ricovero in qualche comunità o residenza. Claudio Cardinale è un uomo di 45 anni, disabile grave, che vive e lavora a Milano. Ha creato un blog,disabilialloscoperto.it, in cui si racconta. E conti alla mano ha snocciolato le cifre di quanto spende per vivere da solo, assistito solo da un operatore a domicilio, che viene pagato in buona parte dal Comune con un contributo di circa mille euro. "Lo stipendio minimo del contratto nazionale di lavoro dei colf badanti per un lavoratore a tempo pieno convivente (livello BS) è di 838,45 euro – scrive Claudio -. Ogni 3 mesi vanno pagati i contributi che variano da 520 a 535 euro". Inoltre ogni anno vengo liquidate le ferie residue (150- 200 euro), la tredicesima (1.020 euro) e l’accantonamento della liquidazione (950-1050). Il conto finale è di circa 14mila * 14.200 euro all’anno. Il Comune ce ne mette 12mila. Claudio deve sborsare gli altri 2/200 euro, ai quali deve aggiungere vitto e alloggio per l’operatore. Oltre alle spese per se stesso: dall’affitto alle bollette di luce, gas ecc. E così con il suo stipendio Claudio non riesce a risparmiare molto. Tanto che sul suo blog ha scritto di essere di fatto "agli arresti domiciliari": non ha "margini" di spesa per fare una vita sociale come gli altri, dal semplice andare al cinema a una pizza con gli amici.

L’assistenza domiciliare indiretta, tra l’altro, costa meno del ricovero in un struttura. "La retta media giornaliera nelle case di cura è intorno ai 200 euro – spiega -. Se quindi si privilegiasse l’assistenza domiciliare il Comune risparmierebbe". Ci sono poi degli aspetti del sostegno del Comune di Milano che lasciano perplessi: il contributo che dà per l’assistenza domiciliare copre infatti solo dal lunedì al sabato dopo pranzo. "E per la domenica e i periodi di ferie dell’operatore, che si fa? Sono di fatto a carico della persona disabile, con un ulteriore aggravio per le sue tasche", conclude Claudio.

Fonte: Superabile.it

08/05/2014