I dati dei primi 10 mesi del 2012 dell’Unar, nell’ambito del progetto "Diversitalvoro". Due persone su tre non hanno potuto nemmeno accedere al mondo del lavoro per motivi etnici, perché disabili, per il loro orientamento sessuale e religioso
MILANO – È il lavoro l’ambito dove si vede il maggior numero di atti discriminatori: il 35 per cento del totale (più 15,4 per cento rispetto al 2011). In questo contesto, due persone su tre non hanno potuto nemmeno accedere al mondo del lavoro per motivi etnici, perché disabili, per il loro orientamento sessuale e religioso, per motivi legati al genere o all’età. Sono i dati dei primi dieci mesi del 2012 diffusi dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazione), nell’ambito del progetto Diversitalvoro, con la collaborazione della Fondazione Sodalitas, Synesis career service e Fondazione Adecco . Il progetto ha l’obiettivo di favorire l’accesso al mondo del lavoro delle categorie più fragili ed è al suo sesto anno. "I transgender sono la categoria più discriminata in ambito lavorativo. È l’Unione europea che chiede di farsene carico", spiega Marco Buemi dell’Unar.
Denunciano soprattutto le vittime (53,8 per cento), ma in quattro casi su dieci sono i testimoni che rivelano il trattamento discriminatorio. Associazioni e Unar segnalano il restante 5,2 per cento dei casi. È ancora l’etnia il motivo principale dei trattamenti iniqui in ambito lavorativo (quasi tre casi su dieci).
Il progetto Diversitalavoro è seguito da persone con disabilità (69 per cento), da stranieri 29,5 per cento e dai transgender (1,5 per cento), una categoria che è stata inserita nel 2011. Il 67 per cento ha almeno una laurea. Profili professionali altamente specializzati esclusi solo per una barriera culturale, soprattutto nel caso dei transgender. Il 4,1 per cento dei 320 partecipanti che hanno dato un feedback sui risultato del progetto (gli iscritti sono 5mila) ha avuto un contratto. "In altri tempi il dato avrebbe fatto arricciare il naso, ma dobbiamo essere consapevoli delle difficoltà del momento", commenta Paolo Beretta, partner di Synesis career service. Sono stage i tipi di contratto più diffusi (32 per cento), seguiti da contratti a tempo indeterminato (24 per cento) e determinato (21 per cento). Il prossimo appuntamento di Diversitalavoro, il 28 febbraio 2013, sarà al Career day di Napoli, dove gli utenti potranno incontrare 40 aziende disposte a offrire lavoro. Il 5 giugno l’evento sarà a Milano e a novembre a Roma. Mass media e vita pubblica seguono nella classifica delle discriminazioni, al 15 per cento. Per gli organi d’informazione la causa principale è il linguaggio, non sempre appropriato.
Fonte: Superabile.it
16/01/2013