L’associazione è partner italiana del progetto europeo "Pathways 2", realizzato dalla rete "Inclusion Europe", che ha l’obiettivo di diffondere uno strumento di informazione e comunicazione accessibile", fondamentale per le persone con disabilità intellettiva e relazionale, ma utile per tutti. Speziale: "Aprirà un varco straordinario e cambierà la storia"
ROMA – "Il linguaggio facile da leggere fa bene a tutti e non fa male a nessuno": si potrebbe sintetizzare così il principio su cui si radica il progetto "Pathways 2. Creazione di percorsi di apprendimento permanente per adulti con disabilità intellettiva", presentato questa mattina a Roma dall’Anffas. L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea, è realizzata dalla rete "Inclusion Europe" con otto associazioni di altrettanti paesi membri: Croazia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna e Ungheria, oltre all’Italia, rappresentata appunto dall’Anffas. Scopo del progetto è diffondere il cosiddetto "linguaggio facile da leggere e da capire", elaborato per le persone con disabilità intellettiva, ma soprattutto insieme a loro, per facilitare e sostenere l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e relazionale.
Dal punto di vista operativo, il progetto fa seguito a "Pathways 1", realizzato nel 2009, che ha visto la realizzazione, da parte di altri paesi europei, di documenti e materiale per l’elaborazione e la promozione di questo linguaggio: tra questi, le Linee guida. Ora, la seconda fase del progetto, prevede l’allargamento della platea di paesi coinvolti, attraverso la traduzione e l’adattamento del materiale, la realizzazione di iniziative formative e, di conseguenza, la diffusione di questo metodo comunicativo all’interno del maggior numero possibile di contesti. "Per produrre un’informazione facile da capire, sono state elaborate, insieme alle persone con disabilità intellettiva, semplici regole, che però devono essere seguite con una certa attenzione – ha spiegato Roberta Speziale, responsabile della comunicazione dell’Anffas nazionale e formatrice nazionale del progetto – Parlare lentamente, o scrivere brevi periodi, usare parole semplici e spiegare quelle più complesse, evitare concetti difficili, oppure ripetere i passaggi più impegnativi: sono solo alcune delle indicazioni messe a appunto e che abbiamo iniziato ad adottare in molti contesti,anche al di fuori del progetto. Il seminario di oggi, per esempio, come pure gli opuscoli prodotti e i documenti diffusi, sono tutti facili da leggere e da capire".
Il progetto, iniziato nel novembre 2011, si concluderà nel novembre 2013 ma, assicura Roberta Speziale, "continueremo sempre a utilizzare questo linguaggio, cercando di portarlo nelle scuole, nelle istituzioni, nelle informazioni che i cittadini ogni giorno ricevono". Tra giugno e settembre 2012 sono state realizzate sei giornate formative per dieci "formatori dei formatori", che proprio oggi pomeriggio riceveranno l’attestato di "formatore nazionale Pathways per l’Italia", che certifica ufficialmente questa nuova figura. Entro il prossimo luglio, ogni coppia di formatori realizzerà 4 incontri formativi, di cui 2 indirizzati a persone con disabilità intellettiva (8 alunni per ogni corso) e 2 a operatori (15 per ogni corso). "Alcune associazioni in Europa producono, in questo linguaggio, opuscoli informativi, documenti politici e istituzionali, leggi, programmi elettorali, informazioni pratiche e culturali, notizie, siti ecc. Noi speriamo di riuscire a diffondere anche in Italia questo strumento fondamentale per l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva e relazionale".
Entusiasta del progetto il presidente nazionale dell’Anffas, Roberto Speziale: "Per la prima volta, le persone con disabilità intellettiva diventano protagoniste di un processo che mira alla loro piena realizzazione – ha detto – Si tratta di uno strumento fondamentale per concretizzare due temi centrali della Convenzione Onu: l’autodeterminazione e l’autorappresentazione delle persone con disabilità. Obiettivi difficili, a cui però non dobbiamo rinunciare, soprattutto come genitori. Fino a 50 anni fa – ha detto ancora Speziale – anche le persone prive di vista e quelle prive di udito quasi non avevano strumenti per accedere alle informazioni. Oggi, con la diffusione del Braille e della Lis, le loro condizioni sono cambiate. Le persone con disabilità intellettiva, invece, continuano a non avere uno strumento di accesso alla comunicazione: è quello che, tramite questo progetto, intendiamo diffondere: una chiave per aprire un varco straordinario e che potrebbe cambiare la storia dell’affermazione piena e compiuta delle persone con disabilità intellettiva".
Fonte:Superabile.it
25/02/2013