Ricette e consigli per mangiare e stare bene

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ROMA – Condividere il problema del “Dopo di Noi”, assumersi la responsabilità di riprendere in mano una proposta di legge e riaprire una discussione in Parlamento: è quanto chiede in una lettera appello la deputata del Partito Democratico Luciana Pedoto. Dopo l’annuncio del parere negativo espresso lo scorso 25 aprile dal sottosegretario alle politiche Sociali Cecilia Guerra alla proposta di legge che chiedeva l’istituzione di un apposito Fondo dedicato, si torna ad insistere per la riapertura di un dibattito politico e parlamentare. Il testo, che risale al 2010 ed era all’attenzione della commissione affari Sociali, prevedeva un impegno di spesa pari a circa 150 milioni di euro l’anno per interventi di cura e sostegno a disabili gravi privi di sostegno familiare.
 
“C’è una legge – scrive Luciana Pedoto (Pd) nel suo appello – che giace in Parlamento dal dicembre 2010 e su cui Camera e Senato sono d’accordo: è la proposta sul “Dopo di noi”. Un provvedimento che stabilisce un fondo di 150 milioni ogni anno per sostenere e far nascere comunità assistenziali, che riprendono un modello familiare, e si occupano dell’accoglienza delle persone non autosufficienti rimaste sole e senza reddito, avviando progetti di inserimento progressive”. “In particolare, la legge – spiega ancora – si rivolge alle famiglie dei disabili adulti che si chiedono con angoscia: cosa ne sarà di mio figlio dopo la nostra scomparsa? Finalmente nei giorni scorsi il testo è stato ripreso in mano dalla Commissione Affari sociali della Camera, ma il sottosegretario al Welfare Cecilia Guerra ha dato parere negativo alla proposta di legge. Per il momento il testo è dunque affossato e con lui, le speranze di migliaia di persone. Nulla vieta però al Governo di riprendere in mano la proposta di legge e riaprire la discussione con il Parlamento portando proposte e nuove soluzioni”.
 
“Il testo del 2010 – spiega nel dettaglio la deputata democratica – prevede l’istituzione del “Fondo per l’assistenza alle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiar”, con lo stanziamento di 150 milioni annui utili a finanziare programmi di intervento svolti da associazioni di volontariato e da altri organismi senza scopo di lucro volti alla cura e all’assistenza di persone affette da grave disabilità prive del sostegno familiar, di piani di apprendimento volti al recupero delle capacità di gestione della vita quotidiana, di progetti volti alla creazione di case-famiglia e famiglie-comunità, con particolare riferimento agli oneri relativi all’acquisto, alla locazione e alla ristrutturazione di immobili e delle apparecchiature volte alla loro messa in opera”.
 
Una proposta di legge importante, dunque, per le migliaia di famiglie italiane coinvolte dalla disabilità grave o gravissima di figli o congiunti. Già nei giorni scorsi, infatti, anche le associazioni di rappresentanza del mondo della disabilità avevano espresso il loro disapputo, chiedendo con urgenza un incontro al sottosegretario Guerra. Sia la Fish (Federazione italiana superamento dell’handicap) che la Fand (Federazione fra associazioni nazionali disabili) chiedono che si riapra la discussione: i tagli alle politiche sociali e alla non autosufficienza oscillano nelle regioni italiane tra il 30 e il 70%. A questo si aggiunge anche l’eliminazione del Fondo per il Dopo di Noi, sparito ancor prima di “nascere”.

Fonte: disablog.it

02/05/2012