Così il viceministro delle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra in audizione alla Camera per illustrare il Piano d’azione sulla disabilità. Guerra sulla legge 104, attestazione d’invalidità, pur ammettendo che il tema dei tempi degli accertamenti va ripreso si è detta convinta che sia “una norma all’avanguardia".
ROMA. L’Isee è uno strumento che favorisce le persone con disabilità piu gravi e quelle più povere. A dirlo il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, nel corso di un’audizione in Commissione affari sociali della Camera dove ha illustrato i sette punti del Piano d’azione biennale sulla disabilità. Sollecitata dalle domande dei deputati Guerra ha aggiunto sempre sull’Isee che “si tratta di una misura soggetta a monitoraggio e che potrà richiedere ulteriori interventi” e che occorre “rivedere il sistema delle prestazioni, ma facendo attenzione a non fare passi indietro”.
Su un’altra questione sollevata dai deputati relativa all’eccessiva lunghezza dei tempi d’attesa per le attestazioni di invalidità a causa dei molteplici accertamenti nell’ambito della legge 104, il viceministro ha ammesso che il tema dei tempi degli accertamenti va ripreso. “La legge 104 – ha spiegato Guerra – richiede una revisione, ha dato luogo anche ad abusi e ha elementi di debolezza, va trovato un giusto equilibrio. Ma è una norma all’avanguardia”.
Entrando nello specifico dell’audizione il viceministro ha illustrato i sette punti che compongono il Piano e il metodo di lavoro seguito nella sua realizzazione. “In particolare l’ispirazione che ha guidato tutti i lavori – ha spiegato Guerra – è stato l’agire in stretto rapporto con le associazioni delle persone con disabilità secondo il principio nulla su di noi senza di noi”.
Il viceministro ha parlato anche della V conferenza della disabilità che si è tenuta a Bologna nel luglio scorso. “Lo slogan della conferenza nazionale – ha detto – era Partecip-azione per sottolineare sia l’elemento dominante di partecipazione attiva, ma anche a sottolineare che per noi la conferenza era un momento di confronto nell’elaborazione del percorso che ha portato al piano d’azione”.
“Il programma di azione biennale sulla disabilità – sono state le parole del viceministro – per ciascuna delle sette linee di intervento individua l’obiettivo prefigurato e il tipo di azione necessaria a conseguirlo. È, a mio avviso un primo fondamentale contributo alla definizione di una strategia complessiva da parte dell’Italia sul tema della disabilità coerente con la convenzione Onu e la strategia europea sulla disabilità 2010-2020, richiamata nella Conferenza di Bologna”.
Le linee di intervento.
– Revisione del sistema di accesso di riconoscimento e certificazione della condizione di disabilità. Questo ha riferito Guerra “è uno dei punti più discussi sul quale c’è la necessità di superare la nozione di invalidità civile come formulata dalla legge 118/71, basata su percentuali di disabilità”.
– La seconda linea di intervento riguarda il lavoro e l’occupazione. “Elemento essenziale per l’inclusione sociale. Nostro obiettivo è il miglioramento dell’approccio del collocamento mirato. La legislazione deve superare alcune difficoltà specifiche per cui gli inserimenti lavorativi sono più bassi rispetto alle potenzialità”.
– Terza linea di intervento, politiche e servizi e modelli organizzativi per l’inclusione nella società. Qui si “sottolinea come siano centrali i progetti individualizzati nel caso in cui la persona non sia in grado di autodeterminarsi”. Quindi si parla di progetti per la vita indipendente, valorizzando l’autonomia fin dove questo è possibile.
– La quarta linea di intervento concerne “l’accessibilità universale, prerequisito per godere pienamente di tutti i diritti umani”. In questo senso è necessario “delineare un percorso da attuare per eliminare le barriere architettoniche”. Oltre all’accessibilità universale c’è poi il tema dell’accessibilità alle tecnologie che si porta dietro anche il problema dell’approvazione del nuovo nomenclatore degli ausili.
– Inclusione scolastica è la quinta linea di intervento. “L’Italia – ha riferito il viceministro – in questo rappresenta un’eccellenza” però è necessario lavorare per confermare questo risultato. Importante è in questo senso la collaborazione tra i ministeri, quello del lavoro e delle politiche sociali e quello dell’Università.
– La salute e diritto alla vita fanno parte della sesta linea di intervento. Il programma d’azione su questo prevede distinte linee d’azione che vanno dal sostegno alla maternità e all’infanzia, alle politiche in materia di salute per le persone con disabilità e adozione di misure atte a garantire la partecipazione delle persone con disabilità a servizi di riabilitazione in un ottica di empowerment.
Fonte: Quotidiano Sanità.it
30/01/2014