Rivoluzione bancomat per i clienti disabili

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E la “giusta strada”, secondo Nicolino Di Domenica, il responsabile del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo, che aveva a suo tempo salutato con soddisfazione la Legge Regionale per la Vita Indipendente, ma che ora deve registrare la misera somma destinata ai progetti personalizzati, non può che essere quella di «far gestire la propria assistenza direttamente dalle persone con disabilità»


«Tutti i disabili gravi abruzzesi – e ribadisco tutti -, dovranno fare la domanda, in modo che la Regione si renda conto della richiesta e di quanto dovrà stanziare per dare una migliore assistenza sotto tutti i punti di vista»: sono parole di Nicolino Di Domenica, responsabile del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo, vicepresidente dell’AIAS di Lanciano (Chieti) e delegato per l’Abruzzo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), uno di coloro che maggiormente si sono battuti per la Legge sulla Vita Indipendente in Abruzzo e che alla fine del 2012 ne ha salutato l’approvazione con soddisfazione (Legge Regionale 57/12, Interventi regionali per la vita indipendente), così come, con altrettanta altrettanta soddisfazione ne ha commentato, meno di due mesi fa, l’arrivo delle Linee Guida, necessarie all’attuazione della norma.

E tuttavia, di fronte all’ormai imminente termine per presentare le domande di progetto personalizzato (il 25 marzo), Di Domenica non può fare a meno di constatare che purtroppo «solo poche persone ne potranno usufruire, perché la somma stanziata (200.000 euro) è decisamente misera e ci obbliga a continuare a combattere per far riprendere la “giusta strada” alla Regione».


«Occorre infatti – dichiara il responsabile del Movimento per la Vita Indipendente in Abruzzo – che le persone preposte a dare assistenza, e mi riferisco ai responsabili degli Enti d’Ambito e a quelli dei Servizi Sociali dei Comuni, si rendano conto che l’assistenza fornita con i progetti personalizzati gestiti dalle stesse persone con disabilità è la più vantaggiosa, in quanto un’ora di questi progetti equivale a 10 euro, mentre l’assistenza fornita in forma diretta e gestita dalle cooperative equivale a circa 20-22 euro all’ora. Non si capisce quindi il perché, vista la convenienza, si continui ancora con questo sistema di assistenzialismo sbagliato».

«Ai disabili gravi che ne facciano richiesta – continua Di Domenica – bisogna dare una volta per tutte il diritto di scelta! Non è più ammissibile, infatti, che persone estranee  entrino  nella vita privata di un disabile. A Lanciano, ad esempio, si vantano adesso di utilizzare i vaucher i quali non sono che ticket del valore di 18 euro e mezzo ciascuno. Ogni ora di assistenza fornita, quindi, equivale a un vaucher, tenendo presente che solo circa 6 euro sono per l’operatore, mentre il resto è tutto per  la cooperativa. Se questi soldi, invece, venissero gestiti direttamente dalla persona con disabilità, mediante un progetto di Vita Indipendente, al posto di un’ora di prestazione ne verrebbero fuori ben due e mezzo!».

«Questo sistema è sbagliato – conclude Di Domenica – e agli operatori che gestiscono grandi somme di denaro pubblico voglio ricordare che i fondi stanziati per la non autosufficienza e dalla Legge Regionale sulla Vita Indipendente non devono servire a fornire lavoro alle cooperative, ma a garantire la maggiore e migliore assistenza possibile alle persone non autosufficienti!».


Come sempre, per altro, il responsabile del Movimento per la Vita Indipendente abruzzese non intende certo “lasciar correre”. «Qualora non mi venisse riconosciuto dalla Regione il progetto personalizzato – sottolinea infatti – mi rivolgerò alla Corte Europea dei Diritti Umani, perché in Abruzzo e in Italia questi diritti, nonostante le leggi esistenti, vengono calpestati, e inviterò tutti a seguirmi su questa strada». (S.B.)

Fonte: Superabile.it

24/03/2014