Roma: Provincia, 505 inserimenti per lavoratori disabili e categorie protette

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I contenuti del Protocollo firmato da tre Parchi in Italia: il ruolo di responsabili e accompagnatori, le regole per le persone con sindrome di down maggiorenni e minorenni, le eccezioni previste nei casi estremi.

ROMA – Informazioni comprensibili e visibili, via libera alle persone con sindrome di Down con eccezioni previste solo in casi estremi, gestori sollevati dalla responsabilità di aver consentito l’accesso alle attrazioni in caso di incidenti. Ecco le regole del Protocollo firmato dal CoorDown e da tre Parchi divertimenti in Italia, a Bergamo, Roma e Jesolo.

Il Protocollo prescrive che "le regole che possano comportare restrizioni all’accesso alle singole attrazioni devono essere indicate in modo chiaro, comprensibile e visibile a tutti, sia in loco che su eventuali materiali illustrativi e sul sito internet ufficiale del Parco". "Alle persone con sindrome di Down, se sono accompagnate da un adulto maggiorenne (accompagnatore e responsabile) – prescrive il testo – non può essere interdetto l’accesso alle attrazioni dopo aver informato l’accompagnatore e responsabile su possibili prescrizioni o limitazioni relative alla sicurezza dell’impianto e dopo aver rilasciato la dichiarazione" prevista secondo un modulo allegato al protocollo in cui si può dichiarare che il soggetto "non è affetto/a da nessuna delle patologie e/o disturbi comportamentali che potrebbero sconsigliarne o vietarne l’accesso alle attrazioni suddette". Il Protocollo – è specificato – non impedisce al singolo Parco di prendere ulteriori provvedimenti e richiedere misure supplementari su specifiche attrazioni che a suo giudizio, per esperienza o fattori supplementari di rischio evidenti (velocità, accelerazioni, potenziale altezza di caduta, ambientazione ecc.) sono da "sconsigliare" (eventuali divieti non possono essere applicati su base di presunzione ma solo a fronte di patologie conclamate). Per quanto possibile e ragionevole – viene sancito – queste misure verranno assunte come esperienza dal gruppo di lavoro per poter migliorare il protocollo in futuro.

Il Protocollo prescrive inoltre che "alle persone con sindrome di Down maggiorenni, che non siano accompagnate da nessuno, sarà chiesto, in sede di accesso al Parco, se sono accompagnate da altro adulto e, in caso negativo, saranno rese le informazioni necessarie e spiegate le regole citate sopra". "Solo ove le suddette persone maggiorenni con sindrome di Down, anche a seguito delle indicazioni fornite e spiegazioni date, appaiano – recita il testo – visibilmente incapaci di comprenderne il senso e di fornire ogni indicazione sul loro stato di salute fisica, potrà essere inibito l’accesso alle attrazioni ritenute, per regolamento, controindicate in presenza di patologie fisiche". Attenzione però, perché "ove, a seguito del colloquio, si ritenga invece che l’unica controindicazione possa derivare dal pericolo di comportamenti che possano esporre la persona con sindrome di Down a pericolo per sé o per gli altri, questi sarà accompagnata sull’attrazione da un operatore; in tutti gli altri casi sarà loro consentito il libero accesso alle attrazioni in condizioni di parità con gli altri ospiti". Quanto alle persone con sindrome di Down minorenni "che non siano accompagnate da altre persone maggiorenni, sarà consentito l’accesso a tutte le attrazioni se munite di apposita dichiarazione conforme" al modello della dichiarazione di cui si è parlato prima "rilasciata da persona esercente la potestà, da consegnare/esibire all’ingresso del Parco". In caso invece di gruppi con più persone con sindrome di Down, in sede di accesso al Parco il/i responsabile/i "dovranno rilasciare la dichiarazione liberatoria" e "tutti gli appartenenti al gruppo saranno dotati di badge del gruppo recante il nominativo del (o dei) responsabile/i ed il loro telefono cellulare, che potrà essere utilizzato dagli addetti alle singole attrazioni per ogni evenienza".

"Qualora il protocollo sia stato applicato – conclude il testo – il gestore non è ritenuto responsabile, per il sol fatto di aver consentito l’accesso alle attrazioni alle persone con sindrome di Down, del comportamento e/o di eventuali incidenti che possono accadere durante l’uso dell’attrazione o qualora non vengano rispettate le indicazioni fornite dal gestore e/o dal personale preposto nella gestione delle emergenze ed evacuazione". Un "importante obiettivo – viene chiarito nel Protocollo – che dovrebbe essere formalmente riconosciuto anche a livello legislativo". Il protocollo, suscettibile di ulteriori modifiche, implementazioni ed integrazioni, costituisce sin da subito la base sperimentale dei comportamenti da tenere dalle parti che lo sottoscrivono o che vi aderiranno successivamente. Ha validità fino al 31-12-2011 e verrà rivisto alla luce dei risultati ottenuti a fine stagione 2011.

Fonte: SuperAbile.it

04/10/2011