Ruby? Soffriva di autismo”. L’associazione Autismando: ”Attenzione al danno informativo”

Ruby? Soffriva di autismo”. L’associazione Autismando: ”Attenzione al danno informativo”

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PRATO. La speranza era che, una volta installato il servoscala condominiale, sarebbero iniziate tante passeggiate in quel di Maliseti, per andare a comprare il pane o la frutta o, perché no, per la messa in piega dal parrucchiere. Normale quotidianità che tale dovrebbe essere anche per chi purtroppo ha perso l’uso degli arti inferiori. L’amara verità, purtroppo, è un’altra. E Bruna Toria, costretta su una carrozzina per colpa di una malattia complicatasi negli ultimi anni, l’ha sperimentata a sue spese. Alla voglia di tornare a vivere all’aperto è subentrato un avvilente senso di rinuncia. Dal gelataio, dal fioraio, dal macellaio o dalla parrucchiera, ovunque è un fiorire di barriere. «Culturali e mentali, prima che fisiche», sottolinea la combattiva Bruna, da una vita residente a Maliseti. La parola “barriera” fa parte purtroppo del vocabolario dei disabili. E a Maliseti spetta indubbiamente una maglia nera. «Ma non è che in centro storico siano rose e fiori, anzi», lamenta Bruna. Nella frazione del quartiere Ovest su quasi una trentina di pubblici esercizi, tra servizi e attività commerciali, solo quattro sono accessibili per un cittadino in carrozzella. Una nostra inchiesta "on the road" ha testato gradini e scaloni dalle pendenze troppo elevate che rendono i negozi irraggiungibili. Ostacoli che la donna non certo si aspettava, quando decise un anno fa di far installare un servoscala, in modo da agevolare la sua discesa al piano terra della palazzina di via Grassi dove vive. «Vero, potrei mandare un parente o un amico a sbrigare le commissioni ma entrare in un negozio è un mio diritto». Spesso l’accessibilità ai locali va a farsi benedire. Come in via Caduti senza Croce, prima tappa del nostro shopping con la carrozzina: se non si sale sullo scalino, scordarsi della gelateria e dell’edicola (aperta da poco). Si gira all’angolo, si spunta sulla Montalese. Se si è disabili, diventa un’impresa riuscire a varcare la soglia della macelleria “Liboni” o del bar “Perugia”. Meno male che la farmacia, sul versante opposto, ha pensato bene di installare uno scivolo. Non ha avuto la stessa idea la parrucchiera al civico 357 (e il negozio “Roller Mania” accanto): con tutta la buona volontà, come fa una carrozzella a inerpicasi su due scalini? «Infatti la parrucchiera viene a farmi i capelli a casa», racconta Bruna. Procedendo poco più avanti, qualsiasi comune mortale rischierebbe la vita. Lungo un tratto della carreggiata, all’altezza del civico 349, s’interrompe infatti il marciapiede e, spingendo la carrozzella di Bruna, siamo costretti ad attraversare per raggiungere la panetteria Maliseti. Qui la titolare, Carla Alunni, è persona sensibile al problema dell’accessibilità. Il gradino all’entrata è talmente minuscolo che, con un po’ di fatica, un disabile in carrozzina riesce però a entrare da solo. Il giro della spesa non è ancora completato. Tappa obbligata nel negozio di primizie, al civico 368. Senza accompagnatrice, qui Bruna non ce la farebbe a superare la soglia. L’ortolano Piero Conti promette che s’impegnerà per agevolare l’entrata dei disabili in negozio. Come fa notare lui stesso, «in fondo, basterebbe installare una pedanina di dieci centimetri». Guai anche entrare da soli alla tabaccheria Bellini. «Fino a un anno fa – prosegue Bruna -, prima che venisse rinnovato, lo scalino era ancora più alto». Ma il trionfo delle barriere architettoniche si celebra in via Fosse Ardeatine. Bruna vorrebbe comprare un bouquet. Ma al “Centro del Fiore Granieri” si erge a impedimento un massiccio scalone. «Vorrei acquistare un mazzolino, come faccio a entrare?», chiede la donna disabile alla fioraia che, un po’ imbarazzata, si difende puntando il dito contro il condominio se non è stato messo uno scivolo. La fioraia si propone per mostrare a Bruna i fiori sull’uscio. «Atteggiamento discriminante: una barriera del genere è come dire al disabile di non entrare», risponde Bruna. Per non parlare poi delle barriere dell’edicola, del dentista, dell’autoscuola, della lavanderia e del negozio di mozzarelle. Gli unici “virtuosi”, a misura di diversamente abile, sono gli uffici delle Poste, il circolo "Martini" e l’agenzia di viaggi "Aurora". La Bnl nasconde invece un’insidia. Perché è vero che per entrare in banca è previsto un ingresso agevolato sul retro. «Per prelevare però i soldi al Bancomat devo fare lo scalino».

di Maria Lardara

Fonte: Il Tirreno

22/11/2012