Salute: Pet Therapy, in acqua con fido, centro cura bimbi

Salute: Pet Therapy, in acqua con fido, centro cura bimbi

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(ANSA) – ROMA, 25 OTT – Un bagno in piscina per avere un ambiente rilassante e un cane per essere stimolati: sono questi i due ingredienti di un nuovo concetto di pet therapy. E pare che il connubio, sui bambini, funzioni. A parlarne e’ stato Gianluca Bertoja, medico veterinario del ministero della Salute, nell’ambito del congresso internazionale del benessere che si e’ svolto a Roma, presso il Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) che si e’ appena concluso. L’uso di cani addestrati ed abituati alla presenza dell’acqua riuscirebbe a far socializzare bambini affetti da varie sindromi psico-somatiche.

Il centro in cui si pratica questa particolare pet therapy si trova a Ponti sul Mincio, in provincia di Mantova, e i risultati raccolti finora su bambini autistici o dislessici sono positivi. ”L’acqua – ha spiegato all’Ansa Luigi Rimboldi, direttore del centro – favorisce una sensazione di benessere e piacevolezza che mette a suo agio il bambino che si trova nella condizione migliore per interagire con l’animale”.

La piscina in cui si pratica questa particolare pet therapy e’ stata costruita apposta e prevede una zona di acqua bassa, meno di dieci centimetri, e una parte, centrale, con l’acqua fino a 60 centimetri per permettere al bambino di stare in piedi. Seguito dai genitori, da un veterinario, da uno psicologo, da un pediatra e da un medico specialista, il bambino passa una intera giornata nel centro per sottoporsi alla pet therapy. ”Questo consente – ha spiegato Rimboldi – di evitare quella pressione che si ha nel caso di terapie che durano solo un’ora”. Prima di tutto, pero’, bisogna verificare che il bambino non abbia problemi ad entrare in acqua. A volte, infatti, per un trauma subito, il bambino non vuole immergersi in piscina oppure non e’ favorevole alla presenza del cane: in questo caso non si puo’ andare avanti. ”Dopo il primo approccio – ha sottolineato il direttore del centro – si decide come proseguire. Ogni forma di disabilita’ fisica o cognitiva potrebbe trarre beneficio dalla ‘pet therapy’ ma bisogna decidere man mano come proseguire. In ogni caso – ha aggiunto – si tratta di una co-terapia consigliata dai sanitari”. Secondo Rimboldi, ”i migliori risultati si sono avuti con un bambino dislessico che non riusciva a pronunciare le parole intere.

L’unico modo per fargli dire un certo vocabolo era quando questo veniva rivolto al cane durante il bagno. Il bambino – ha sottolineato – non ha cominciato a parlare in modo fluido, ma ci sono stati dei progressi nella pronuncia di parole intere che prima venivano dette a meta”’. (ANSA)

Fonte: sordionline.com

25/10/2009