Schizofrenia, “non diagnosticati due casi su tre”. Un film per capire

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Le severe Osservazioni Conclusive provenienti da Ginevra – ovvero dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che vigila sull’applicazione della Convenzione – centrano l’attenzione sulla mancata o insufficiente applicazione di numerosi e sostanziali articoli della Convenzione stessa da parte del nostro Paese. Un documento che segnatamente dovrà intrecciarsi con il Programma d’Azione Biennale da definire alla prossima Conferenza Nazionale sulla Disabilità di Firenze o, meglio ancora, a un “Piano d’Azione”, che presupponga cioè impegni concreti e i relativi finanziamenti

C’è un passaggio molto importante in un’intervista rilasciata in questi giorni alla testata «Vita» da Giampiero Griffo, uno dei “padri italiani” della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata ormai dieci anni fa al Palazzo delle Nazioni Unite e ratificata dall’Italia all’inizio del 2009 con la Legge 18/09. «In Italia – dice Griffo – la Convenzione non è stata ancora digerita, né dal Governo, né dagli Enti Locali, né dal movimento stesso delle persone con disabilità. È il meccanismo, la logica, che è tutta diversa, si devono garantire a tutti le stesse opportunità, invece siamo rimasti ancora alla logica delle risorse».

Da noi contattato in questi giorni, Griffo ha voluto anche ricordare che «nel Comitato di Redazione della Convenzione a New York vi fu un’appassionata discussione proprio su quale modello di Convenzione definire. La scelta finale fu quella dell’approccio dei diritti umani, proprio perché essi sono immediatamente esigibili, mentre i diritti economici, sociali e culturali – l’altra soluzione rivendicata dai Paesi in Cerca di Sviluppo – sono condizionati alla disponibilità di risorse. In altre parole, i diritti umani sono intitolati a tutte le persone e richiedono interventi che garantiscano pari opportunità e non discriminazione. Purtroppo in Italia siamo ancora lontani dall’avere digerito questa vera e propria rivoluzione culturale».

Parole illuminanti, all’indomani dell’arrivo delle Osservazioni Conclusive sull’Italia, da parte del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – organismo che verifica lo stato di applicazione della Convenzione nei vari Paesi che l’hanno ratificata – successivamente al cosiddetto “Dialogo costruttivo” di Ginevra del Comitato stesso con la delegazione ufficiale del nostro Paese, ciò di cui avevamo ampiamente riferito nei giorni scorsi. Osservazioni di una certa severità, come aveva sottolineato lo stesso Griffo al nostro giornale, che centrano l’attenzione sulla mancata o insufficiente applicazione di numerosi e sostanziali articoli della Convenzione. Il documento prodotto dal Comitato (qui il testo in inglese) è attualmente in fase di traduzione e sarà disponibile nei prossimi giorni in italiano.

Per alcune azioni, per altro, si parla di Immediatly Adopt (“adozione immediata”), ovvero iniziative da attuare presumibilmente non oltre dodici mesi: si tratta, nello specifico, della richiesta di definire «il concetto di accomodamento ragionevole, in linea con la Convenzione, quando vi siano discriminazioni basate sulla disabilità, in ogni settore della vita pubblica e privata». In altre parole, mettere immediatamente in atto una soluzione pratica per superare ogni discriminazione. Procedere poi alla raccolta di dati che assicurino «l’individuazione, l’intervento e la tutela di tutti i bimbi con disabilità, in particolare per quelli da zero a 5 anni». E ancora, un serio monitoraggio sull’istituzionalizzazione, ovvero «sugli istituti psichiatrici o in altre strutture residenziali per persone con disabilità, in particolare di quelle con disabilità intellettive e/o psicosociali». Un richiamo, quindi, al contrasto della segregazione e dell’isolamento. Infine, la costituzione e l’implementazione di un «organismo indipendente di monitoraggio, adeguatamente finanziato per il suo funzionamento, con il pieno coinvolgimento, nei suoi lavori, delle organizzazioni di persone con disabilità».

La severa cogenza contenuta nelle Osservazioni del Comitato ONU conduce a un ulteriore passaggio – e anche a un’importante novità – in vista della quinta Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità, in programma per il 16 e 17 settembre a Firenze, al centro della quale vi sarà la discussione del II Programma di Azione Biennale, predisposto dal Governo sulla base delle indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e che dovrà essere sottoposto all’azione del Governo. Lo evidenzia con chiarezza ancora Griffo.

«Le Osservazioni provenienti dall’ONU – dichiara infatti – costituiscono un vero e proprio Piano d’Azione che dovrà profondamente intrecciarsi con quanto emergerà a Firenze. E a tal proposito ritengo che si dovrebbe superare la dizione stessa di Programma d’Azione – formula riferita per lo più a un percorso d’intenti generale – per parlare appunto di Piano d’Azione, ciò che presupporrebbe impegni concreti, con i relativi finanziamenti». «Inoltre, le raccomandazioni del Comitato ONU – aggiunge -, con le opportune scadenze temporali, dovranno intrecciarsi anche con i Piani Biennali futuri, per giungere a fare un bilancio nel 2023, quando l’Italia dovrà presentare un nuovo rapporto sull’applicazione della Convenzione. In tal senso è auspicabile che le Osservazioni Conclusive dell’ONU possano disporre di un sistema di monitoraggio efficace, coinvolgendo tutte le autorità competenti».

Difficile non pensare, a questo punto, alle parole di Carlo Giacobini in «HandyLex.org», che riferendosi al Programma di Azione Biennale presentato nel 2013 alla Conferenza Nazionale di Bologna e approvato tramite il DPR (Decreto del Presidente del Repubblica) del 4 ottobre 2013, scriveva qualche tempo fa: «L’analisi degli effetti del Programma d’Azione fornisce in realtà un panorama assai frastagliato e in linea generale si può dire purtroppo che molte delle azioni previste non risultino affatto realizzate né in prospettiva immediata di realizzazione e non si tratta certo di azioni di poco conto».

E in parallelo torna alla mente tutta la sostanza delle parole spese in una recente intervista del nostro giornale a Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che sempre in vista della Conferenza di Firenze ha sottolineato come al di là e oltre lo stesso Programma d’Azione, «sia comunque vigente la Convenzione ONU che esige applicazione articolo per articolo», ma che oggi, «a livello di incombenze istituzionali (Governo, Ministeri, Regioni, Enti Locali), è in larga misura lettera morta». «Ce ne facciamo ben poco delle adesioni ideali – aveva concluso Falabella – la Convenzione va concretamente applicata».

Resta per altro un fatto da registrare, vale a dire che nonostante le richieste della stessa FISH e anche della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), di invitare a Firenze il Rapporteur (“relatore”) del Comitato ONU ad illustrare le Osservazioni Conclusive nei confronti dell’Italia, il nostro Governo non ha previsto tale passaggio nel programma della Conferenza che sta al momento circolando. A ciò ha pensato bene di provvedere dunque la FISH Toscana, organizzando a margine della Conferenza stessa uno specifico workshop sul tema (titolo: Attuare i diritti, costruire le pari opportunità. Le Osservazioni Conclusive all’Italia del Comitato dell’ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità), in programma nel pomeriggio del 17 settembre (ne parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni).

Un “tassello” decisamente importante, per rendere realmente concreto quell’intreccio di cui parlava Griffo, tra il testo proveniente da Ginevra e ciò che verrà prodotto a Firenze. (Stefano Borgato)

Fonte: Superando.it

09/09/2016