SCOMPARSI MIGLIAIA DI FALSI INVALIDI

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Si stima che la patologia colpisca 1 italiano su 10, ma nel 70% dei casi può essere controllata dai farmaci. Cervellione (Ie): "Ignoranza e discriminazioni: si vive nell’angoscia che una crisi sveli la prorpia condizione". Sabato 18 a Bologna il convegno.

BOLOGNA – L’epilessia fa ancora paura. E chi ne soffre, se possibile, preferisce nasconderla. La malattia nelle sue varie forme colpisce 1 italiano su 10, ma nel 70% dei casi può essere tenuta sotto controllo grazie ai farmaci, che permettono di condurre una vita del tutto normale. Nonostante questo, però, "l’epilessia fa ancora paura", come spiega Rosa Cervellione, presidente della Federazione italiana epilessie (http://www.fiepilessie.it/). "le persone che ne soffrono si nascondono, vivono nell’angoscia che una crisi sveli la loro condizione". È necessario invece uscire "Fuori dall’ombra", e non a caso è questo il titolo del convegno che la Fie organizza sabato 18 febbraio a Bologna, in occasione del secondo European Epilepsy Day. La giornata sarà dedicata in particolare alla disinformazione che circonda la malattia. "C’è molta ignoranza", continua la presidente, "e molta disinformazione su come comportarsi di fronte alle persone colpite da crisi epilettica: molti pensano che si debba tenerli stretti, infilargli qualcosa in bocca: sono miti da sfatare, che possono rivelarsi molto pericolosi".

La paura che ancora circonda la malattia è inevitabilmente fonte di discriminazione sociale. Cervellione cita il caso di una coppia con un figlio affetto da una grave forma di epilessia. "È il motivo per cui il tribunale dei minori di Milano ha negato loro l’idoneità all’adozione, quando tutte le perizie indicavano come un elemento positivo la loro esperienza con la malattia". La discriminazione comincia durante l’infanzia, "dalla scuola, dove i bambini affetti da epilessia sono relegati in un angolo, alla babysitter che si rifiuta di assisterli", continua la presidente Fie. Da adulti, rivelare la propria condizione rende impossibile trovare lavoro o, per chi un posto ce l’ha, fare carriera. "Così le persone affette da epilessia vivono nell’angoscia che una crisi sveli la loro condizione". La discriminazione si fa sentire anche nella burocrazia. Un esempio? Chi non ha avuto crisi per un anno può ottenere la patente di guida, ma gli epilettici, insieme a chi soffre di diabete, sono gli unici a dover comunicare la propria condizione alla motorizzazione. "Una condizione che non è richiesta nemmeno a chi ha problemi di alcolismo", conclude la presidente.

Fonte: SuperAbile.it

14/02/2012