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Si tratta della torinese Fashion Team, che lo farà prossimamente con “Fashion Able”, una sezione specifica che nascerà con l’obiettivo di proporre persone con disabilità per pubblicità rivolte a tutti. «Aprire a questo settore – spiega il titolare di Fashion Team – sicuramente non darà risultati immediati. Ma bisogna pur cominciare»

Un sogno, quello di essere protagonisti del mondo della moda, per la prima volta in Italia sta diventando reale per le persone con disabilità. Succede a Torino, dove la Fashion Team, nota agenzia dal 1990 punto di riferimento nella promozione d’immagine, sta dando vita alla sezione Fashion Able.
«Il nostro obiettivo – spiega Roberto Rosato, titolare di Fashion Team – è quello di proporre persone disabili non per pubblicità legate al mondo della disabilità, ma rivolte a tutti. Crediamo che il fascino possa esprimersi ben oltre i canoni dominanti. La bellezza ha molte espressioni che meritano pari opportunità ad essere rappresentate. E la crescente attenzione da parte dei clienti al riguardo ci dà ragione». Sebbene Fashion Able sia ancora in fase di costruzione, infatti, già la Iveco ha espresso interesse per il catalogo della sezione.

Al momento, sono cinque i book già on line, curati da Paolo Ranzani, vincitore nel 2009 del premio Miglior Fotografo per Open to all – Disabile a chi?, reportage che ha coinvolto la danzatrice Simona Atzori e la medaglia d’oro del basket Andrea Rocca.
Il fotografo piemontese ha seguito le prime fasi del progetto insieme a uno dei volti dell’agenzia, Cinzia Rossetti, con la quale nel 2009 ha realizzato l’esposizione itinerante La Femminilità è Donna. «È stata lei – racconta Rosato – il vero motore dell’iniziativa». «Ora – sottolinea la stessa Rossetti – cerchiamo sponsor per supportare la campagna stampa, per il lancio ufficiale della sezione, previsto nelle prossime settimane».

Ma come fare per essere selezionati dall’agenzia? Basta inviare una richiesta sul sito di Fashion Team. «Come avviene per i “normodotati” – ricorda Rosato -, è importante ribadire che non tutti sono idonei a intraprendere questa professione. Si punta sulla vestibilità, sull’espressività. Le fasce d’età vanno dai bambini ai grandi, per rispondere alle diverse esigenze di mercato». «In Europa – conclude – il settore è già avviato. Qui no, ma i segnali di cambiamento sono nell’aria. Nelle pubblicità, ad esempio, si vedono sempre più persone etniche e di taglie oversize. E questo è già un elemento incoraggiante. Aprire a questo settore sicuramente non darà risultati immediati. Ma bisogna pur cominciare». (Loredana Menghi)

Fonte: Superando.it

03/09/2013