Con la primavera, si avvicina uno dei momenti più attesi per i ragazzi dell’ultimo anno di scuola superiore. L’esame di Stato? No, la gita scolastica, occasione che segna talvolta il confine fra il periodo adolescenziale e la vita adulta. E che per i ragazzi con disabilità è spesso sinonimo di discriminazione…Finalmente la primavera è alle porte. I ragazzi frequentanti l’ultimo anno di liceo o scuola superiore aggiustano il mirino verso il loro obiettivo finale, oramai così vicino…State pensando all’esame di stato, vero? Sbagliato! Io sto parlando della gita scolastica di fine anno, dove spesso per la prima volta ci si innamora, si litiga, ci si conosce meglio e a volte si trasgredisce.
Insomma una tappa fondamentale che spesso segna il confine tra la fine del periodo adolescenziale e la vita adulta. Mentre gli autisti dei pullman controllano olio e pneumatici, io vengo inondato da mail di genitori e fratelli di ragazzi con disabilità per la quale questa, che dovrebbe essere una meravigliosa esperienza, a volte rischia di diventare un’occasione discriminatoria. Sarebbe scontato far dei riferimenti alla cronica mancanza di fondi che influisce pesantemente nell’organizzazione di attività extra-scolastiche, in questo caso però mi preme di più soffermarmi su dinamiche prettamente educative che se svolte con superficialità rischiano di sfociare in esclusione/emarginazione. Penso che avere un diversamente abile in gita possa essere un’occasione per creare un clima diverso, ad esempio valorizzando la logica della lentezza che favorisce una relazione più intensa, necessaria al processo di integrazione. Tra le diverse mail che ho ricevuto su questo argomento mi ha colpito molto quella di una sibling, che raccontava l’esperienza discriminatoria vissuta dal fratello disabile in una gita scolastica a Parigi.
Ne riporto solo un breve passo, le sue amare conclusioni:
"…Sono allibita. Nauseata al punto che fatico a trovare qualcosa di sensato da dire. Forse non ci sono commenti da fare. Quante cose si dicono alle famiglie, poca verità la maggior parte delle volte. Pochi di coloro che parlano poi si calano nelle situazioni e le comprendono, molti agiscono senza professionalità e parecchi se ne approfittano. Lavoro nella scuola e vedo continuamente la scarsa professionalità di queste figure che quasi mai vedono nelle persone diversabili innanzitutto persone…". Mi piacerebbe conoscere le vostre gite, belle o brutte, inclusive o discriminatorie, innamorate o litigiose… Scrivete a claudio@accaparlante.it o sulla mia pagina Facebook. (Claudio Imprudente)
Fonte: SuperAbile.it
18/03/2012