SIENA – Perche’ non approntare le schede elettorali con i simboli braille per consentire ai non vedenti di poter votare da soli invece di essere accompagnati? Se lo chiede in una lettera aperta inviata ai giornali la dottoressa Elena Ferrosi che ha perduto da poco la vista e si e’ posta il problema della segretezza del voto. “E’ vero – scrive nella sua lettera aperta – che io sono fisicamente impedita ad esprimere la mia preferenza, ma questo accade non solo perche’ sono non vedente. Non mi e’ possibile fare questo in completa autonomia, perche’ l’unica modalita’ di voto utilizzata in Italia passa attraverso il senso della vista, carta e penna.
Certo, non posso leggere con i miei occhi una scheda cartacea con i vari schieramenti politici e candidati, scritta in nero.
Pero’ sono convinta che si possono creare anche altri modi per votare e garantire indipendenza e segretezza alla persona priva di vista”. Da queste considerazioni la dottoressa fa alcune proposte. Quella di utilizzare il braille per le schede elettorali, oppure permettere il voto elettronico” magari- aggiunge Ferrosi recitando in cuffia per i non vedenti il contenuto della scheda elettorale, consentendoci cosi’ di esprimere la nostra preferenza in completa autonomia.Questo metodo di voto sfrutterebbe l’udito, che, se non ci sono minorazioni aggiuntive, e’ un senso che un cieco sa usare benissimo”.Secondo la donna “e’ umiliante e ingiusto dover ricorrere all’assistenza di un’altra persona per tracciare un semplice segno su un foglio, non solamente perche’ il voto deve essere segreto, ma soprattutto perche’ sarebbe semplice creare condizioni alternative di voto, tali da rendere la persona non vedente in grado di svolgere questa operazione in totale indipendenza e non viene fatto nulla in questa direzione.
Faccio appello ai politici, ai tecnici e alla stampa affinche’ questo diritto di liberta’ venga garantito e tutelato. (AGI)
Fonte: disalblog.it
07/04/2010