Sindrome di Down: loro sono pronti, e noi?

Sindrome di Down: loro sono pronti, e noi?

| 0

De Maggi, la storia della promessa del Teramo vittima dell’amputazione di una gamba. Dal 1982 a oggi ha valorizzato il talento dei disabili raccogliendo successi in Italia e in Europa. Galliano Marchionni, dopo Londra 2012, sogna Rio de Janeiro 2016. Sabato 15 la festa del trentennale al Palacastrum per ricordare Roberto Marson, il promotore del club giallorosso

GIULIANOVA. Dici Amicacci e ti viene in mente un miracolo di sport, di solidarietà, di volontariato, di attivismo, del benessere di stare insieme che, messi nel contenitore dell’amicizia allo stato puro, fanno della disabilità una sana ragione di vita. Non c’è solo la serie A1 e due titoli europei nel basket in carrozzina dietro alla storia della Polisportiva giuliese che nell’ottobre del 1982 è nata per iniziativa di un gruppo di persone che portavano figli o parenti nel centro Santo Stefano di Porto Potenza Picena per le cure di fisioterapia. Il gruppo volle andare oltre il sacrificio. Non solo nacque la squadra di basket in carrozzina, ma anche il Centro Handisport Ronald Costantini, vero fulcro di ogni nostra attività socio-sportiva, e la sala Polivalente Simona Sugaroni. Tra i prossimi obiettivi, l’imminente apertura di un ambulatorio medico all’interno del centro. «C’è ancora moltissima strada da fare e non tutte le barriere sono state abbattute, ma siamo vivi e soprattutto siamo presenti», è la presentazione che fa di sé la società nel suo portale on line. Sabato 15 dicembre, al Palacastrum, si svolgerà il primo memorial trofeo Roberto Marson per commemorare il trentennale e per ricordare l’artefice «dell’innamoramento per il basket in carrozzina, un uomo che dire fantastico è poco», sostiene Giuseppe Marchionni, “anima” della polisportiva. Ogni rosa ha le sue spine. «Ci sono state diverse defezioni, sono cambiati i componenti e il nome, dall’originaria Agisha ad Amicacci, ma non sono cambiati gli obiettivi e l’amicizia», ricorda con orgoglio “peppino”. «Il cambio della guardia fu determinato dalla mia volontà di fare una squadra a Giulianova in una serata molto calda, nervosissima. Il tutto per i costi. Oggi possiamo dire che non fu un azzardo.Il nome Amicacci, concetto di grande famiglia», aggiunge il vice presidente con la sua arguzia, «nacque durante una famosa, fumosa e molto alcolica riunione con gli amici di sempre. Fu Ronald, il compianto giovane e brillante avvocato Ronald Costantini, a inventare il nome in un raro momento di lucidità comune a tutti i presenti. Quel nome rimase impresso indelebilmente in tutti. Spesso ricordiamo quella serata speciale, e gli amici Ronald e Sandro». Il presidente Edoardo D’Angelo spiega il “messaggio” degli Amicacci: «Il disabile anche attraverso lo sport può e deve essere un protagonista importante nella sua vita. Sicuramente anche per merito della Piccola Opera Charitas, di altre associazioni e del Comune, oggi la nostra cittadina è fruibile dal mondo in carrozzina, poche altre possono vantarsi di questo sacrosanto diritto. Il nostro stabilimento Lido Fand, presentato anche al Costanzo Show, è uno straordinario esempio di civiltà dove convivono tutte le persone in un contesto di assoluta normalità. Oggi in Italia ci sono altre due realtà. Non è incredibile?». Assolutamente normale, anche che in un’aggregazione di nome Amicacci abbiano spazio le donne, come l’allenatrice sudamericana Ana Cardoso e la giocatrice americana Janet Mc Lachlan,per diversi motivi trasferitesi altrove. Né meraviglia la presenza di autentiche stelle come Simone De Maggi, promessa del Teramo Basket che nella stagione 2008/2009, a 17 anni, fu colpito dal cancro che gli costò l’amputazione della gamba. Dal basket in piedi al basket in carrozzina, galeotto fu Facebook, grazie al quale divenne “amico” degli Amicacci che lo aiutarono anche a superare gli inevitabili momenti di sconforto: «Il basket in carrozzina occupa gran parte della mia vita e ho fatto una scelta determinata: impegnarmi giorno per giorno per migliorare e affermarmi sempre di più sia con l’Amicacci sia con la Nazionale», afferma adesso De Maggi, uno degli azzurri. Un altro è Galliano Marchionni, figlio di Giuseppe: «Per quanto mi riguarda il basket in carrozzina rappresenta uno stile di vita. La mia è una disabilità lieve, ma questo sport mi ha cresciuto ed educato come una madre fantastica e un padre sempre presente». Galliano è reduce dalle Paralimpiadi di Londra «esperienza unica ma un po’ deludente, per questo mi piacerebbe riprovarci alle prossime Paralimpiadi di Rio 2016». Per tutti gli Amicacci, che quest’anno hanno trovato un importante sostegno nel gruppo Tercas per continuare l’attività ad un certo livello, il titolo europeo conquistato a Valladolid rimane la gioia più grande. Per Andrea Accorsi anche il ricordo più simpatico: «Sulla via del ritorno da Valladolid in traghetto, nei festeggiamenti e inebriato dalla vittoria e dall’alcool sono finito a terra di lato tra le risate generali».Accorsi sogna «di riuscire ad iscrivere una squadra in serie B». Eh sì, perché gli Amicacci hanno sempre un sogno da cullare e da realizzare. Come i migliori comuni mortali.

di Vincenzo Raimondi

Fonte: Il Centro.it

07/12/2012