Sindrome di Down: ricercare per curare

Sindrome di Down: ricercare per curare

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Sono oltre 1.100 le adesioni raccolte fino ad oggi dall’azione legale collettiva promossa nell’ottobre scorso dal Coordinamento nazionale famiglie di disabili gravi e gravissimi. I ricorsi saranno depositati presso i tribunali di Milano, Roma e Palermo

ROMA – L’hanno ribattezzata "l’impresa dei Mille", perché ormai da qualche giorno le adesioni superano il migliaio. E’ l’azione legale collettiva per il riconoscimento giuridico della figura del caregiver familiare, lanciata dal Coordinamento nazionale famiglie di disabili gravi e gravissimi nell’ottobre scorso. Un’iniziativa che aveva ricevuto fin da subito grande attenzione, raccogliendo già nelle prime settimane un gran numero di adesioni e dando vita al blog "La cura invisibile", in cui sono raccolte informazioni, esperienze e aggiornamenti sulla questione.

Oggi, l’azione sta per giungere in porto e i ricorsi collettivi stanno per essere depositati, nei tribunali di Milano, Palermo e Roma. Il numero delle adesioni, nel frattempo, ha superato quota mille, come riportato dalle tabelle messe a disposizione sul blog, accompagnate da alcuni commenti e considerazioni: "Non è il caso di formulare delle analisi su questi dati parziali ed incompleti – spiegano i promotori dell’iniziativa – però alcune personali considerazioni occorre farle, soprattutto riferendoci alle e-mail che spesso hanno accompagnato queste adesioni cariche di vissuti e storie uniche e straordinarie". Complessivamente, oltre il 70% dei partecipanti all’azione legale è di sesso femminile: il lavoro di cura pesa infatti soprattutto sulla donna, che a causa del carattere estremamente usurante di questo, "vive in media anche 17 anni in meno". Questo comporta "un passaggio di consegne al membro superstite, frequentemente un uomo. E nei casi estremi – ma non così rari – in caso di mancanza di altri familiari, con la totale istituzionalizzazione dell’interessato con costi talmente elevati per la collettività da rendere incomprensibile la totale mancanza di prevenzione".

Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle adesioni, le regioni con la massima incidenza sono Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, mentre agli ultimi posti troviamo Molise, Basilicata e Valle d’Aosta: una distribuzione regionale che, secondo i promotori, "ricalca le difficoltà di accesso a internet, dovute alla difformità della fornitura delle reti di copertura e delle tecnologia d’informazione". Nei prossimi giorni, la raccolta di adesioni sarà terminata e i ricorsi saranno depositati presso i tre Tribunali.

Fonte: Superabile.it

05/04/2013