Sindrome di Rett, D’Onofrio: “Importante sostenere l’associazione Airett”

Sindrome di Rett, D’Onofrio: “Importante sostenere l’associazione Airett”

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VITERBO. Vi chiederete perché in tutti gli articoli fatti fin ora mi sono sempre e solo lamentato? Beh, purtroppo ci sono molte cose che non vanno e in qualche modo bisogna esprimersi, raccontare, sfogarsi e soprattutto dire sempre ciò che si pensa. Questa volta, però, sarà diverso: infatti vi racconterò una storia, la storia di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla disabilità scrivendo articoli, gestendo varie rubriche su giornali noti a livello nazionale, attivandosi sui blog (ricordiamo "Invisibili" del Corriere della Sera).

Quest’uomo si chiamava Franco Bomprezzi e se ne è andato lo scorso 18 dicembre all’età di 62 anni e voglio raccontarvi un po’ la sua vita. Nato a Firenze il 1° agosto 1952, affetto da osteogenesi imperfetta dalla nascita (per chi non lo sapesse, una malattia genetica che crea problemi a carico dello scheletro, delle articolazioni, degli occhi e in certi casi anche dei denti) è stato caposervizio al Mattino di Padova per molti anni. Ha collaborato anche con la redazione del Resto del Carlino, prima di trasferirsi a Milano, dove ha ricoperto la carica di caporedattore centrale dell’Agr. Era portavoce di Ledha, ovvero Lega per i diritti delle persone con disabilità, ricordato anche per il suo impegno nella vita politica milanese per i temi della disabilità. Appena saputa la triste notizia, il premier Renzi ha dichiarato: ”Dedicheremo a lui la riforma del terzo settore!”.

In una delle ultime dichiarazioni lo stesso Bomprezzi affermava: ”Definirmi invisibile è un po’ difficile. In sessant’anni di disabilità a tempo pieno credo di aver vissuto intensamente e in pubblico, senza mai nascondere la mia realtà, ma cercando di viverla con la massima normalità possibile. Oggi ho uno strumento in più, per orientare la bussola dei miei convincimenti rispetto ai diritti e alle opportunità delle persone con disabilità: è la Convenzione Onu, la prima carta dei diritti varata in questo millennio dalle Nazioni Unite. È legge anche in Italia, ma pochi se ne accorgono. Io faccio il giornalista, mi occupo di parole e di pensieri, racconto quello che vedo e cerco di scrivere sempre quello che penso per davvero. Un blog è uno strumento forte e delicato di comunicazione e di dialogo!”.

Che altro dire? L’assenza di un giornalista e soprattutto di una persona fantastica come lui si sentirà sempre, penso sia un esempio grandissimo da seguire e la dimostrazione che nella vita non bisogna mai arrendersi e provare sempre a fare quello che ci piace e ci rende felici, se pur non lo conoscessi personalmente e non avendo letto molti suoi articoli appena letta la notizia della sua precoce scomparsa ho sentito un vuoto, come se avessi perso un carissimo amico e quindi ho pensato che sarebbe stato doveroso e importante dedicargli questo articolo e far conoscere a tutti la sua fantastica storia, spero ci siano altre persone che continueranno il lavoro che lui aveva iniziato e magari una volta raggiunto un traguardo importante ci ricorderemo tutti di lui e di quello che ci ha lasciato.

Penso non ci sia altro da aggiungere, mi limito solo a dire "Addio Franco, ci mancherai veramente tanto".

Fonte: Viterbo News24

08/01/2015