Spending review, niente contributi pubblici alle associazioni

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Dal Museo del Cinema alla Pinacoteca Agnelli, dal Museo regionale di Scienze Naturali al Museo della Scuola, percorsi di formazione per educare le guide museali al confronto con diversi tipi di disabilità. Obiettivo: migliorare l’accoglienza a chi ha bisogni specifici

TORINO – Una scuola di formazione per educare le guide museali al confronto con la disabilità. Accade a Torino, dove si avvia alla conclusione il progetto "Operatori museali e disabilità", promosso dalle fondazioni CRT (Cassa di risparmio di Torino), Paideia e Feyles. Ideato nel maggio del 2011 durante una tavola rotonda alla quale hanno preso parte operatori museali, rappresentanti istituzionali e cooperative di lavoratori, Il progetto punta su una formazione specifica rivolta agli operatori dei musei del territorio torinese e piemontese e prevede sette corsi di formazione con lo scopo di potenziare le capacità e le competenze dei partecipanti nell’accoglienza e gestione dei visitatori con disabilità e con bisogni particolari.

"La formazione ricevuta dagli operatori durante i corsi – spiega Carlo Banchio, di Fondazione Paideia – è legata a tre obiettivi principali: migliorare la conoscenza delle varie disabilità, qualificare la comunicazione pubblica e gestire meglio la comunicazione verso tutti gli utenti. Quando si parla di disabilità in generale si tende ad includere nella medesima categoria caratteristiche talvolta distanti le une dalle altre e che richiedono approcci relazionali completamente diversi. Conoscere le diverse disabilità e le rispettive esigenze è il primo passo per migliorare la consapevolezza e superare idee errate o pregiudiziali. La percezione risultante da un’esperienza di visita, inoltre, è profondamente legata con gli elementi di comunicazione e interazione con le persone che si incontrano e spesso è ciò che determina il grado di accoglienza di un luogo o di una struttura e in definitiva ne lascia un buono o cattivo ricordo. Interagire correttamente con le persone disabili è un elemento chiave per giungere a una comunicazione pubblica corretta ed efficace". Ad oggi cinque dei sette corsi pianificati sono stati già svolti: vi ha preso parte il personale di Museo del Cinema, Museo diffuso per la Resistenza, PAV, Pinacoteca Agnelli, Fondazione Merz, Museo regionale di Scienze Naturali e inoltre di Borgo Medievale, Palazzo Madama e Museo della Scuola. Ogni corso ha avuto classi formate da circa 25 persone, per un totale di oltre 100 operatori; gli ultimi due, rivolti al personale di MAO e Museo Egizio, verranno attivati in autunno.

"La formazione durante il corso – continua Banchio – è pensata per offrire agli operatori un quadro generale sui diversi tipi di disabilità: fisica, sensoriale, cognitiva, psichica. Ma, soprattutto, per permettere loro di provare a immedesimarsi in una persona disabile, cercando di capirne il vissuto e i bisogni. Il percorso propone uno stile interattivo, con modalità didattico-formative che favoriscono l’apprendimento dall’esperienza e il coinvolgimento diretto dei partecipanti, attraverso esercitazioni pratiche, case studies progettati con i destinatari stessi dei percorsi, lavori di gruppo e simulazioni. Gli operatori che hanno partecipato ai primi corsi possono già sperimentare quanto appreso ai corsi durante il lavoro di tutti i giorni, con riscontro immediato. Perché la formazione svolta si riveli efficace – conclude – è però importante che le persone con disabilità visitino i musei, permettendo agli operatori stessi di "mettersi alla prova". (Antonio Michele Storto)

Fonte: Superabile.it

18/07/2012