Spi-Cgil: nel 2013 rischio caos badanti

Spi-Cgil: nel 2013 rischio caos badanti

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Report Istat. Poco più di 65 mila gli insegnanti di sostegno, a livello nazionale sostanzialmente rispettata l’indicazione di legge sul numero medio di due alunni con disabilità per ogni insegnante. Una famiglia su dieci ricorre al tribunale per ottenere un maggior numero di ore. Ancora troppo frequente il cambio di insegnante di anno in anno, o addirittura nel corso di uno stesso anno scolastico

ROMA – La figura del docente di sostegno è cruciale nella scuola italiana: non mancano le criticità ma è su di esso che si regge buona parte del successo dell’integrazione scolastica nel nostro paese. A fornire un quadro dettagliato è l’Istat nella sua indagine sull’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, statali e non statali, relativa all’anno scolastico 2011-2012

65MILA IN CATTEDRA – La figura dell’insegnante di sostegno è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno con disabilità, ma anche per promuovere e favorire il processo d’inclusione scolastica. Gli insegnanti di sostegno rilevati dal Miur sono poco più di 65 mila ma soltanto il 60,4% nella scuola primaria e il 65,9% nella secondaria è impiegato a tempo pieno all’interno dello stesso plesso scolastico. Nella scuola primaria la percentuale più alta di insegnanti di sostegno a tempo pieno si registra in Piemonte (67,8%), quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano (33,4%). Nella scuola secondaria di primo grado la percentuale più elevata si riscontra in Friuli Venezia Giulia con il 72,3% degli insegnanti di sostegno, quella più bassa in Valle d’Aosta con il 56,3%.

Il numero medio di alunni con disabilità per insegnante è molto vicino, a livello nazionale, a quello previsto dalla Legge 244/2007 (un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità): si contano infatti 1,8 alunni con disabilità ogni insegnante di sostegno nella scuola primaria e 2,0 nella scuola secondaria di primo grado. Le differenze territoriali sono molto marcate: la Provincia autonoma di Bolzano, per entrambi gli ordini scolastici, ha un numero maggiore di alunni per insegnante di sostegno (3,7 alunni nella scuola primaria, 5,0 alunni nella scuola secondaria di primo grado). Il rapporto più basso si riscontra in Molise per la scuola primaria con 1,3 alunni per insegnante di sostegno e in Sardegna per la scuola secondaria di primo grado con 1,5 alunni. Da segnalare però che l’elevato rapporto alunni con disabilità/docente di sostegno di Bolzano è dovuto a una diversa modalità di presa in carico dell’alunno con disabilità da parte della Provincia autonoma: qui, infatti, a causa del bilinguismo, sono assegnati a ciascuna classe più docenti curriculari e in caso di alunno non autonomo è prevista la figura dell’assistente ad personam. Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente attività di tipo didattico (con l’80% degli alunni con disabilità) anche se con una quota di alunni che varia tra l’8,2% nella scuola primaria e il 7,2% in quella secondaria l’insegnante di sostegno svolge soprattutto attività di tipo assistenziale, nonostante le medesime attività siano di pertinenza di figure professionali quali l’assistente educativo culturale o l’assistente ad personam.

ORE DI SOSTEGNO, UNA FAMIGLIA SU DIECI RICORRE AL TRIBUNALE – Il supporto didattico fornito dall’insegnante di sostegno dovrebbe essere accompagnato, laddove l’alunno non è autonomo, dalla presenza di figure professionali, nominate dagli Enti locali, che supportino la socializzazione e l’autonomia del singolo. Con riferimento alle ore settimanali di sostegno assegnate in media all’alunno con disabilità, si evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del Mezzogiorno (13,3 ore medie settimanali nella scuola primaria e 10,7 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado), più basso nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del Centro (rispettivamente 10,1 e 8,0 ore medie settimanali). Il Nord si attesta in una posizione intermedia con 10,3 ore medie settimanali nella scuola primaria e 8,3 ore nella scuola secondaria di primo grado.

Dalla rilevazione sulle scuole è emerso che una quota di famiglie, nel corso dell’anno, ha ritenuto che l’assegnazione delle ore di sostegno non fosse idonea a soddisfare i bisogni di supporto dell’alunno. Circa il 9% delle famiglie hanno presentato ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per ottenere un aumento delle ore. Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del Mezzogiorno la quota delle famiglie che ha fatto un ricorso è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del Nord (nella scuola primaria rispettivamente 12,7% e 6,0%; nella scuola secondaria di primo grado rispettivamente 11,5% e 4,3%). Da segnalare anche il fatto che ben il 17,4% delle scuole primarie e il 14,6% delle scuole secondarie di primo grado non è stato in grado di fornire una risposta al riguardo.

MA IL DOCENTE CAMBIA TROPPO SPESSO – È importante, al fine della realizzazione del progetto individuale, che ci sia una continuità del rapporto docente di sostegno-alunno con disabilità, non solo nel corso dell’anno scolastico ma anche per l’intero ciclo scolastico. Questo però non sempre avviene: sono, infatti, il 14,8% gli alunni con disabilità della scuola primaria che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico, tale percentuale scende al 10,0% per gli alunni con disabilità della scuola secondaria di primo grado. La percentuale maggiore di alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico si riscontra nelle regioni del Nord per entrambi gli ordini scolastici (17,6% di alunni della scuola primaria e 13,4% degli alunni della scuola secondaria), quella più bassa nel Mezzogiorno (11,0% di alunni della scuola primaria e 8,3% degli alunni della scuola secondaria).

Le percentuali aumentano drasticamente se si analizzano i cambiamenti di insegnante di sostegno rispetto all’anno scolastico precedente: il 41,7% degli alunni della scuola primaria e il 39,3% di quelli della scuola secondaria di primo grado. Sono le regioni del Nord, per entrambi gli ordini scolastici, a presentare una percentuale minore di alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno scolastico precedente (38,5% degli alunni della scuola primaria e 37,5% degli alunni della scuola secondaria); nel Mezzogiorno questa percentuale supera, invece, per entrambi gli ordini scolastici, il 40% degli alunni (45,9% degli alunni della scuola primaria e 42,5% degli alunni della scuola secondaria).

L’ASSISTENTE – Se si analizza il numero di ore prestate dall’assistente educativo culturale o assistente ad personam (AEC) – figura professionale specifica per l’alunno con problemi di autonomia e pagata dagli Enti locali – si evidenzia che gli alunni non autonomi in tutte le attività considerate (spostarsi, mangiare, andare al bagno) dispongono mediamente di circa 9 ore settimanali di assistenza sia nelle scuole primarie sia in quelle secondarie. Per gli alunni con limitazioni minori di autonomia le ore medie scendono intorno alle 3 per entrambi gli ordini scolastici. Nelle regioni del Centro e del Nord si registra un numero medio di ore settimanali maggiore per entrambi gli ordini scolastici, pari rispettivamente a 3,1 e 4,8 nella scuola primaria e 3,2 e 3,7 nella scuola secondaria di primo grado. Nel Mezzogiorno, ovvero la ripartizione nella quale si osserva la quota maggiore di alunni con disabilità non autonomi, si riscontra un numero medio di ore molto basso: 2,3 nella scuola primaria e 2,0 nella scuola secondaria di primo grado.

Le differenze territoriali permangono se si guarda ai problemi di autonomia nello spostarsi, nel mangiare e nell’andare in bagno. Gli alunni non autonomi, rispetto alle tre attività indagate, nelle scuole primarie del Nord ricevono un numero medio di ore settimanali di AEC pari a 12,3; gli studenti non autonomi delle scuole del Mezzogiorno ne ricevono solo 5,1. Gli studenti non autonomi delle scuole secondarie di primo grado ricevono più ore di AEC nelle regioni del Nord (13,2 ore settimanali), mentre quelli che ne ricevono meno risiedono sempre nel Mezzogiorno (5,5).

Fonte: Superabile.it

29/01/2013